Della tormentata vicenda dell'accordo separato alla FIAT, di Pomigliano prima e nei giorni scorsi a Mirafiori si è detto tanto e si è scritto molto. Pensiamo che ogni cittadino di questo Paese si sia fatta una propria opinione al riguardo e che tutti comunque abbiano avvertito il peso che si scaricava sui lavoratori di Mirafiori con il referendum.Noi, ma certamente non solo noi, abbiamo sofferto con quei lavoratori, ritratti nelle loro angosce e nelle loro divisioni, che anche le riprese televisive hanno reso in modo particolarmente e umanamente sconvolgente. Ma, come ben sappiamo, lo spettacolo deve andare avanti. Ora che il referendum si è concluso, a nostro parere senza né vincitori né vinti, si apre una fase incerta, che rischia di essere solo di stallo e in cui, invece, ci sarebbe bisogno di una seria e condivisa riflessione, per colmare le gravi lacune emerse e correggere gli errori che sono stati commessi, da molti degli attori in campo. Per Agenquadri occorre prima di tutto sgombrare il campo dai giudizi che dividono tra buoni e cattivi i lavoratori. Giudizi che, ovviamente, cambiano posizione sulla base delle singole opinioni sull'accordo separato ma che, in ogni caso, danneggiano i lavoratori, riproponendo una logica di contrapposizione operai e colletti bianchi. Logica che non condividiamo e contro la quale ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo. L'antico detto dividi et impera è sempre valido ed è ovvio che danneggia solo il lavoratore. A questo proposito siamo rimasti particolarmente colpiti, stupiti e contrariati dal fatto che la FIAT abbia "ordinato" ai lavoratori aventi mansioni definite da "capi", di illustrare ai dipendenti il contenuto dell'accordo separato. Un ruolo improprio, che denunciamo come inaccettabile. Così come denunciamo l'atteggiamento arbitrario e autoritario dell'azienda, che non solo cerca di mettere su fronti opposti operai e colletti bianchi, ma che produce condizioni di ricatto e disagio per gli stessi quadri.Ma ai lavoratori non sono le associazioni che li rappresentano, i sindacati, ad avere il doveroso compito di illustrare i contenuti degli accordi sottoscritti, motivando così come hanno voluto tutelare i loro diritti?Ai capi e ai quadri, l'azienda non dovrebbe invece spiegare qual è il "Piano d'Impresa" affinché ne siano consapevoli e possano, questo sì, diffonderlo tra gli altri colleghi?Certo la domanda è: ma la FIAT ha un Piano d'Impresa che traguardi almeno i prossimi quattro/cinque anni? Non è stato questo invece un ulteriore modo per creare, consapevolmente, ulteriori divisioni tra i lavoratori?Come Agenquadri, insieme alle analoghe associazioni di CISL e UIL, abbiamo sempre sostenuto l'importanza della solidarietà e dell'unità tra i lavoratori, qualsiasi sia il loro ruolo in azienda. L'aver sempre sostenuto, a differenza delle varie associazioni autonome dei quadri, l'unicità contrattuale, ne è stata la migliore testimonianza. Condividiamo la decisione assunta nell'ultimo Direttivo della CGIL di lanciare una propria proposta sulla rappresentanza, che ovviamente dovrà essere capace di rappresentare tutte le figure professionali, così come abbiamo evidenziato nel nostro seminario su questo tema, svolto il 19 novembre 2010.Infine diamo il nostro sostegno alle iniziative di lotta della FIOM e della CGIL, per la difesa dei diritti dei lavoratori, iniziando proprio da quello di poter scegliere i propri rappresentanti. Anche per questo saremo in piazza il 28 gennaio, insieme alla FIOM, "perché se il lavoro è un bene comune, insieme dobbiamo difenderlo".
FIAT: Agenquadri, no alla divisione tra lavoratori
26 gennaio 2011 • 16:11