"Non basta annunciare che ci sarà la crescita. E' necessario piuttosto mettere in campo politiche che mirino a risolvere i problemi sul tappeto che sono rappresentati dallo scarso reddito a disposizione, da una inedita e gravissima crisi industriale e da una recessione che è anche determinata dall'ultima manovra del governo di cui bisogna correggere i caratteri di iniquità". Lo sostiene Vincenzo Scudiere, segretario confederale della CGIL con delega alle politiche industriali."Per quanto riguarda il reddito - dice Scudiere - è necessario abbassare le tasse dei lavoratori dipendenti e dei pensionati per rilanciare i consumi, rilanciare la lotta all'evasione fiscale e recuperare risorse tassando di più e meglio chi ha grandi patrimoni e grandi ricchezze"."Sulla crisi industriale - spiega il dirigente della CGIL - bisogna preliminarmente intervenire con efficacia per mettere a riparo le imprese a partecipazione pubblica che continuano ad essere competitive e a rappresentare punti di eccellenza a livello non solo nazionale ed europeo. Bisogna anche intervenire con efficacia sulle piccole e medie imprese incentivando l'innovazione e la ricerca e garantendo l'accesso al credito".Ma su tutto questo spicca una vera e propria cartina al tornasole che è rappresentata da come il Governo affronterà le centinaia di crisi industriali tuttora sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico e delle infrastrutture. "La crisi industriale - chiarisce Scudiere - va affrontata con una politica della crescita che punti a salvaguardare l'occupazione e a crearne di nuova per i giovani e le donne. Il 2012, senza azioni efficaci rischia infatti di rappresentare l'anno della disoccupazione di massa. Ci sono già dei segnali preoccupanti con i casi della Omsa-Golden Lady, della Vinyls di Porto Marghera e delle tantissime altre crisi industriali ancora aperte e della cassa integrazione che ha raggiunto nel 2011 un miliardo di ore. Questa situazione riguarda praticamente tutti i settori e senza interventi sugli ammortizzatori sociali e senza raggiungere soluzioni per le vertenze aperte, tutto questo può determinare la costituzione di un fulcro del rischio di una disoccupazione generalizzata"