h1 { margin-bottom: 0.21cm; }h1.western { font-family: "Times New Roman",serif; }h1.cjk { font-family: "DejaVu Sans"; }h1.ctl { font-family: "DejaVu Sans"; }h2.cjk { font-family: "DejaVu Sans"; }h2.ctl { font-family: "DejaVu Sans"; }L'energia esce malconcia dal compromesso per il budget dell'Unione europea nel periodo 2014-2020. L'accordo raggiunto venerdì (8 febbraio) dal Consiglio Europeo, che riduce il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp) del 3,4% rispetto al precedente fino a 960 miliardi di euro, infligge infatti un drastico taglio alla dotazione del programma per le infrastrutture "Connecting Europe Facility" (Cef), che scende dai 50 miliardi di euro indicati dalla Commissione a 40 miliardi di euro compresi i fondi di coesione. In particolare, i 9,1 miliardi di euro originariamente destinati dal Cef alle infrastrutture di trasporto dell'energia, già esigui rispetto alla mole di investimenti previsti,(200 mld) vengono quasi dimezzati a 5,1 miliardi di euro."La riduzione dei fondi (Cef) - afferma Antonio Filippi responsabile energia della CGIL Nazionale, non stimolerà i necessari investimenti per la realizzazione dei piani energetici Europei al 2050, è un arretramento che penalizzerà l'intera attività produttiva in un grave momento di difficoltà economica ed occupazionale in tutto il continente europeo".