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In continuità con le mobilitazioni e gli scioperi di CGIL e UIL delle scorse settimane contro le politiche economiche e sociali del Governo, che hanno visto una larga e convinta partecipazione, il percorso di mobilitazione delle lavoratrici e lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi continua con lo Sciopero nazionale del 22 dicembre prossimo per denunciare la rottura delle trattative per il rinnovo dei CCNL.
Insieme a quelli di molti altri settori e categorie, sono oltre 5 milioni le lavoratrici e i lavoratori del commercio, dei vari comparti del turismo e della ristorazione che hanno il
Contratto nazionale scaduto da troppi anni, una situazione insostenibile dovuta alle posizioni delle associazioni datoriali e delle imprese che non vogliono riconoscere aumenti retributivi necessari a contrastare l’inflazione, come previsto dagli Accordi Interconfederali, e pretendono di manomettere diritti acquisiti, come scatti di anzianità, quattordicesima, permessi retribuiti, per elencarne alcuni, chiedendo interventi per aumentare la flessibilità, in settori dove invece servono, come richiesto unitariamente da Filcams, Fisascat e Uiltucs, orari che permettano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, norme per il contrasto alla violenza di genere e di sostegno alla genitorialità, misure per contrastare la precarietà, a partire dal consolidamento e aumento dell’orario contrattuale per i tanti part time involontari presenti.
Aziende, grandi gruppi, multinazionali, da decine di migliaia di addetti, del commercio, della ristorazione, del turismo, che nel corso degli ultimi anni, grazie soprattutto ai propri
dipendenti, hanno potuto gestire trasformazioni, riorganizzazioni, definire e consolidare la loro presenza nel nostro mercato e, soprattutto, hanno potuto assicurarsi utili frequentemente eclatanti. Associazioni datoriali e imprese, private e cooperative, che, invece di dare il giusto e dovuto riconoscimento alle lavoratrici e ai lavoratori, considerano il rinnovo del CCNL una variabile dipendente solo dai propri interessi e convenienze economiche e organizzative.
Quando non si rinnovano per un lasso temporale così rilevante tanti e tali contratti nazionali di lavoro e la dilazione di anno in anno diviene la regola e la strategia contrattuale delle associazioni datoriali, non soltanto si mettono in discussione valore, funzione e ruolo del Contratto Nazionale e della contrattazione collettiva, ma si compromettono interi assetti relazionali, essenziali per la tenuta economica e sociale del nostro paese.
La difesa e la crescita del potere d’acquisto dei salari e l’estensione dei diritti e della dignità delle persone che per vivere devono lavorare, sono le ragioni fondamentali dell’esistenza dei contratti nazionali.
Per questo è necessario agire la solidarietà tra lavoratori e tra categorie e rafforzare la coesione, nella consapevolezza che la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi per la conquista del rinnovo dei Contratti Nazionali di Lavoro è la lotta di tutte e tutti e che il loro avanzamento vorrà dire un avanzamento, una ridefinizione e una affermazione dei diritti del lavoro, in continuità con l’iniziativa confederale, per dare risposte concrete necessarie a contrastare le condizioni di sofferenza economica e sociale di chi rappresentiamo e vogliamo rappresentare.
Il 22 dicembre manifestazioni in contemporanea in 5 città, Milano, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo, per giungere alla sottoscrizione del rinnovo dei Contratti nazionali coerenti con le richieste sindacali.
Il segretario generale della CGIL Maurizio Landini parteciperà alla manifestazione di Milano con concentramento in piazza Castello ore 9.30 e comizio conclusivo alle 11.30 in Piazza Sempione/Arco della Pace.
→ Sul sito della FILCAMS CGIL i volantini a supporto della mobilitazione