Oggi, come ogni 22 marzo, è la giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU. Il tema di quest’anno sono le acque reflue: “A livello globale, la stragrande maggioranza delle acque reflue dalle nostre case, dalle città, dall’industria e dall’agricoltura rifluiscono in natura senza essere trattati o riutilizzati, inquinano l’ambiente, e perdono preziose sostanze nutritive e altri materiali recuperabili. Invece di sprecare le acque reflue, abbiamo bisogno di ridurle e riutilizzare”, contribuendo a realizzare l’obiettivo 6 di sviluppo sostenibile di dimezzare la percentuale di acque reflue non trattate e di aumentare il riciclo dell’acqua e il riutilizzo sicuro. In questa materia il nostro paese ha molto da fare essendo sottoposto a due procedure di infrazione europee (2004/2034 e 2009/2034) e alla condanna della Corte di Giustizia UE per la mancata realizzazione e l’adeguamento dei sistemi di collettamento, fognatura e depurazione rilevate in varie regioni.
In occasione della ricorrenza l’Istat ha pubblicato una sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche (https://www.istat.it/it/archivio/198245). Così abbiamo la conferma che il 38,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione va dispersa, che l’erogazione dell’acqua nelle abitazioni è irregolare (se ne lamentano in media il 9,4% delle famiglie e ben il 37,5% in Calabria, il 29,3% in Sicilia e il 17,9% in Abruzzo) e che tre famiglie su dieci non si fidano di bere l’acqua del rubinetto e comprano acqua minerale in bottiglia. L’Istat certifica anche lo stato delle acque di balneazione e la graduale riduzione dei ghiaccia alpini causata dal drastico aumento delle temperature medie estive. A questa serie di dati va aggiunto il dato registrato da un’analisi di Federconsumatori dell’ottobre 2016, secondo cui gli aumenti nelle bollette dell’acqua nel periodo 2000/2016 sono stati del 100%. In questa giornata non si può non riflettere sulla natura di bene comune e diritto universale dell’acqua, richiamando il goal 6 degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU al 2030 “Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti”. “Ogni anno milioni di persone, la maggior parte dei quali bambini, muoiono per malattie associate alla scarsità di acqua e dei servizi igienici. La scarsità d’acqua, la scarsa qualità dell’acqua e servizi igienico-sanitari inadeguati hanno un impatto negativo sulla sicurezza alimentare, le scelte di sostentamento e le opportunità educative per le famiglie povere di tutto il mondo. La siccità affligge alcuni dei paesi più poveri del mondo, aggravando la fame e la malnutrizione. Entro il 2050, almeno una persona su quattro rischia di vivere in un paese colpito da carenze croniche o ricorrenti di acqua dolce”. Occorre riflettere sull’incidenza dei cambiamenti climatici sulla crisi idrica ma anche dei cambiamenti auspicabili tenuto conto dell’impronta idrica nelle varie produzioni e consumi. Ma sopratutto, in questa giornata nel nostro paese, non si può sottacere la mancata considerazione portata avanti in questi anni dai vari decisori politici nei confronti della volontà popolare, che nel referendum del 2011 ha sancito che l’acqua è un bene comune fondamentale la cui gestione deve essere sottratta alle logiche di mercato, e non possiamo arrenderci dal portare avanti la nostra battaglia.Giornata mondiale dell’acqua: Cgil, bene comune e diritto universale
22 marzo 2017 • 15:00