La montagna brucia ancora, in Piemonte è emergenza da quasi dieci giorni e intanto le fiamme sono divampate anche in Lombardia.Sono oltre venti i roghi che da giorni stanno devastando il Piemonte, tra Torinese e Cuneese, e che hanno già divorato tremila ettari di boschi, cinque quelli ancora attivi in Lombardia nel Varesotto.I grandi incendi di questi giorni sono purtroppo una conseguenza annunciata della pessima riforma Renzi/Madia che ha previsto incautamente la soppressione del Corpo Forestale dello Stato ed il relativo accorpamento al corpo dei Carabinieri.I danni sono ingenti e per fronteggiare l’emergenza, sono arrivati domenica anche due Canadair dalla Croazia. In Valsusa resta una delle situazioni più critiche. È passata, ormai, più di una settimana da quando si sono accesi i primi fuochi, ma le fiamme non hanno smesso di devastare la zona. Anzi, le forti raffiche di vento hanno ridato vigore ai focolai spenti e ne hanno innescati molti altri. Per tutto il pomeriggio di domenica le fiamme, in alcuni momenti alte sino a 70 metri, hanno messo a dura prova il lavoro dei Vigili del fuoco e dei Canadair.Da quando il Corpo Forestale dello Stato è stato soppresso e assorbito nell’Arma dei Carabinieri, la competenza per lo spegnimento degli incendi boschivi è di esclusivo appannaggio dei Vigili del Fuoco, già pesantemente sotto organico e non preparati ad intervenire con squadre a terra nei nostri boschi o in ambienti rurali e montani.Il nostro territorio, fortemente segnato dagli eventi catastrofici delle scorse settimane, è ancora una volta messo in ginocchio a causa della cattiva gestione politica in materia ambientale. La delicata situazione a cui stiamo assistendo è inammissibile, come testimonia il provvidenziale intervento dei Canadair croati, necessario a sopperire la mancanza dei nostri, alcuni dei quali attualmente fermi per manutenzione. Tutto ciò sta rallentando fortemente le azioni di soccorso ed intervento a scapito dell’ambiente e delle popolazioni interessate.In tale contesto, ci auguriamo che gli organi preposti reagiscano quanto prima al fallimento gestionale di cui sono responsabili, mettendo in atto immediate quanto efficaci manovre correttive, al fine non solo di ripristinare la gestione di tali eventi, ma potenziandone le ricadute.