Pubblichiamo di seguito la Memoria CGIL presentata in Audizione presso l’VIII Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 1194 di conversione del decreto-legge n. 61 del 2023, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1 maggio 2023.


Prima di entrare nel merito specifico del decreto in oggetto, vogliamo sottolineare, ancora una volta, l’urgenza di aprire una seria riflessione nazionale – che riguardi tutto il paese – sul consumo di suolo, sulla mancanza di prevenzione e manutenzione del territorio, sul cambiamento climatico che determina eventi metereologici estremi, sempre più frequenti e devastanti, che impattano su un territorio estremamente vulnerabile dal punto di vista idrogeologico.

Per la CGIL occorrono una vera strategia e conseguenti scelte di politica economica, fiscale, energetica, industriale ed agricola che accelerino la decarbonizzazione e favoriscano prevenzione, adattamento e mitigazione del cambiamento climatico.

Questo dovrebbe essere al centro dell’agenda politica nazionale, e invece si moltiplicano – da parte dell’Esecutivo – messaggi e provvedimenti che vanno nella direzione opposta.

Non è stata ancora approvata la legge nazionale per fermare il consumo di suolo, e nel frattempo si continua a costruire anche nei territori ad alto livello di pericolosità idraulica. Il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico (PNACC) non è ancora stato adottato, non prevede alcun finanziamento e ha tempi di partenza troppo lunghi. Nel DEF non c’è alcun richiamo alla prevenzione e al dissesto idrogeologico. Il PNRR ha previsto solo 50 milioni per la realizzazione di un sistema di monitoraggio e previsione, e 2,49 miliardi per la gestione del rischio alluvione e la riduzione rischio idrogeologico. Gli appalti dovrebbero essere aggiudicati entro dicembre 2023 ma le risorse rimangono poche e i tempi troppo lunghi. Il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) deve essere aggiornato e inviato alla Commissione europea entro il 30 giugno, ma non c’è nessun testo disponibile e non è stato ancora attivato alcun dialogo multilivello con le parti sociali e la società civile come previsto dal Regolamento europeo.

Chiediamo, quindi, di affrontare tutti questi temi con responsabilità, coerenza ed urgenza.

Per quanto invece riguarda il versante delle ricostruzioni, ribadiamo la necessità di definire un quadro normativo organico, uniforme e condiviso, capace di superare la frammentazione istituzionale e decisionale, di individuare una governance definita, di semplificare e velocizzare le procedure legate alla ricostruzione, di garantire tempestività degli interventi e diritti codificati per lavoratori, cittadini e mondo produttivo negli stati di eccezionalità. È necessario definire, in termini generali e uniformi, azioni e dispositivi istituzionali, amministrativi e operativi, che scattino automaticamente in tali situazioni, evitando procedure ogni volta differenziate. Il tema di una legge quadro per le ricostruzioni, già affrontato nella scorsa legislatura attraverso la proposta di una legge delega, deve essere ripreso quanto prima. Auspichiamo che l’annuncio – fatto recentemente dal Ministro per la protezione civile e per le politiche del mare – circa un prossimo Disegno di legge in tal senso, abbia seguito quanto prima, attivando tutti i necessari processi partecipativi.

Rispetto al decreto in oggetto, che affronta la fase straordinaria di gestione del primo periodo, vogliamo evidenziare alcuni punti critici che rendono le misure previste insufficienti ad affrontare l’emergenza e che, a nostro giudizio, richiedono interventi di modifica e di integrazione nel percorso di conversione parlamentare, anche in funzione della fase di ricostruzione e rilancio.

Sottolineiamo alcuni punti.

L’esigenza prioritaria è quella di superare i ritardi, innanzitutto sulla nomina del Commissario Straordinario, che è necessario per coordinare gli interventi volti al superamento dello stato di emergenza, garantire i risarcimenti dei danni e aprire il cantiere della ricostruzione.

Una ricostruzione che, a nostro giudizio, non potrà riguardare solo gli aspetti fisici e si dovrà basare sui principi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale, della rigenerazione urbana, della circolarità dei cicli di materia e dei flussi di energia, salvaguardando l’identità dei luoghi e ri-costruendo abitazioni e reti per contrastare abbandoni e spopolamenti.

Deve, inoltre, prevedere – anche attraverso l’adozione di protocolli per la legalità e la qualità del lavoro – misure di prevenzione per contrastare le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata e per garantire i diritti e la sicurezza dei lavoratori che opereranno per la ricostruzione.

Il Commissario per la ricostruzione deve essere individuato in continuità con la gestione dell’emergenza, costruendo una gestione commissariale collegiale attraverso una cabina di regia che coinvolga i soggetti firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, tavolo dove siedono tutti gli enti locali e le rappresentanze sociali ed economiche della Regione.

Un modello positivo che, dopo il terremoto del 2012, ha già dimostrato la sua validità ed efficacia.

Nell’immediato riteniamo necessari alcuni interventi finalizzati:

  • a rafforzare isostegni alla popolazione attraverso la sospensione, oltre il mese di settembre, delle bollette di acqua, luce e gas; la loro rateizzazione – compresi i versamenti e i pagamenti sospesi – al fine di evitare che famiglie e imprese si trovino, al termine del periodo previsto, a pagare importi insostenibili; l’inserimento anche dei domiciliati non residenti, che rappresentano una platea rilevante di lavoratori e pensionati; la sospensione dell’esecuzione degli sfratti;
  • a garantire forme di liquidità immediata per famiglie e imprese, attraverso prestiti ponte in attesa dei risarcimenti, con garanzia pubblica, azzeramento del tasso di interesse e ammortamento in tempi congrui;
  • ad ampliare gli interventi di tutela del lavoro: in particolare dando copertura ai lavoratori che ad oggi sono esclusi dagli ammortizzatori sociali emergenziali (lavoratori autonomi, occasionali, stagionali, collaboratori sportivi, lavoratori dello spettacolo, etc..), aumentando la copertura già prevista da 15 a 90 giornate per tutti, rendendo obbligatorio il diritto di informazione alle Organizzazioni sindacali sull’utilizzo, da parte delle imprese, dell’ammortizzatore sociale emergenziale.

Servono, inoltre, velocità, tempestività e risorse straordinarie per la messa in sicurezza, il ripristino e la manutenzione del territorio (in primis quello collinare e appenninico) e delle infrastrutture pubbliche danneggiate o a rischio (strade, ferrovie, ponti, ecc..).

Infine, riteniamo indispensabile e urgente attivare un confronto strutturato tra Governo, istituzioni locali e parti sociali anche per giungere ad un secondo decreto necessario ad affrontare – oltre la fase di emergenza – il processo di ricostruzione, e a garantire inderogabilmente il risarcimento al 100% dei danni.

Questione cruciale è, ovviamente, quella delle risorse: una prima stima porta ad un valore di circa 8,8 miliardi di euro. Le coperture finanziarie – di conseguenza – dovranno essere aumentate e adeguate alla realizzazione delle misure necessarie. Così come anche le risorse umane dovranno essere rafforzate.

I PUNTI PRIORITARI

RISORSE: una prima stima porta ad un valore di circa 8,8 miliardi di euro, suddivisi tra danni pubblici, privati, imprese ed agricoltura. Peraltro, per i danni pubblici (fiumi, strade, edifici) le stime per il ripristino del danno sono state fatte relativamente agli standard pre-evento, senza considerare gli interventi di miglioramento che un nuovo quadro della pianificazione potrebbe definire; per le imprese, non sono comprese le spese per la ricostituzione delle scorte e il mancato reddito. Le coperture finanziarie, di conseguenza, dovranno essere aumentate e adeguate alla realizzazione delle misure necessarie contenute nel Decreto

PERSONALE: anche le risorse umane dovranno essere rafforzate. Sono state stimate come necessarie, nella vigenza dello stato di emergenza, almeno 150 unità tra progettisti, direttori dei lavori, funzionari amministrativi e funzionari tecnici per realizzare gli interventi urgenti volti al ripristino delle opere idrauliche, della mobilità e dei servizi essenziali. A queste dovranno aggiungersi ulteriori unità, ancora da definire, per l’erogazione dei contributi di autonoma sistemazione, per le prime misure relative all’Ordinanza 999 del 31 maggio 2023 di sostegno in favore dei nuclei familiari colpiti, per la gestione dei bandi per contributi ai privati, imprese e agricoltura.

GOVERNANCE: il Commissario per la ricostruzione deve essere individuato in continuità con la gestione dell’emergenza, costruendo una gestione commissariale collegiale che preveda, come cabina di regia, il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici della Regione firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima.

RICOSTRUZIONE: la ricostruzione non riguarda solo gli aspetti fisici, ma deve essere economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibile, in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità ambientale definiti nel Patto per il Lavoro e per il Clima. Prioritaria è la definizione di un Protocollo per la legalità e la qualità del lavoro, per il contrasto delle infiltrazioni mafiose e a tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori che opereranno per la ricostruzione.

INFRASTRUTTURE: bisogna prevedere lo stanziamento delle prime risorse per interventi strutturali di ripristino e la manutenzione straordinaria del territorio e delle infrastrutture pubbliche (ponti, strade, ferrovie, ecc..), fondamentali il territorio. Attenzione particolare deve essere data anche alla manutenzione delle infrastrutture che sembrano meno danneggiate ma che possono essere state fortemente indebolite e devono essere rigorosamente verificate per evitare crolli e rotture successive.

LAVORO: alla luce del D.L. 61/2023 nonché delle Circolari INPS n.53 e 54 diviene necessario introdurre importanti modifiche al Decreto al fine di garantire risposte ai lavoratori esclusi dagli ammortizzatori sociali emergenziali messi in campo con l’art. 7 e 8 dello stesso Decreto.
Più in generale sul tema lavoro si rappresentano le seguenti criticità.
Rendere obbligatorio il diritto di informazione alle Organizzazioni Sindacali sull’utilizzo da parte delle imprese dell’ammortizzatore sociale emergenziale. L’informativa non può essere una facoltà del datore di lavoro.

Per i lavoratori impossibilitati a recarsi sul luogo di lavoro posto al di fuori dei Comuni di cui all’Allegato 1 del Decreto è necessario portare la copertura dell’ammortizzatore unico emergenziale a 90 giornate. Le attuali previste 15 sono assolutamente insufficienti in particolare per chi ha subito 2 alluvioni e risultano per la gran parte dei casi già esaurite.

E’ altresì necessario dare la possibilità di prorogare i tempi determinati in scadenza, per tenerli agganciati al posto di lavoro e permettere loro di usufruire dell’ammortizzatore sociale; allo stesso modo vanno prorogate di 2 mesi le NASPI e Dis-Coll che entrano in scadenza tra il 1/5/23 e il 30/6/23.

Lavoratori agricoli e stagionali in genere: garantire la copertura contributiva e l’accesso alla NASPI e alla disoccupazione agricola a tutti i lavoratori che hanno lavorato nel 2022.

Prevedere per i lavoratori stagionali non ancora assunti al 1/5/23, o che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo 1° aprile – 30 giugno 2023, vedi per il turismo, terme, parchi divertimento, industria alimentare, l’accesso all’ammortizzatore unico con le stesse modalità dei lavoratori agricoli.

Dalle previsioni del Decreto e della circolare 54 dell’INPS risultano esclusi tutti i lavoratori autonomi occasionali e i collaboratori sportivi. Occorre garantire anche a loro come per gli altri lavoratori autonomi le medesime indennità. Lo stesso deve valere per i lavoratori “domestici”.

Ai lavoratori con contratto intermittente deve essere garantita l’effettiva esigibilità dell’ammortizzatore unico, in deroga alle condizioni normalmente previste per l’accesso agli ammortizzatori ordinari.

SOSPENSIONE PAGAMENTI/PROCEDIMENTI E SOSTEGNO AL PAGAMENTO DEGLI AFFITTI:

  • prevedere la rateizzazione sia delle bollette che dei versamenti e pagamenti sospesi per evitare che famiglie e imprese si trovino al termine della sospensione a pagare importi insostenibili;
  • prevedere, con adeguate coperture, misure volte a garantire l’esonero totale delle bollette per i soggetti più colpiti dall’alluvione e agevolazioni tariffarie per i Comuni alluvionati:
  • includere i domiciliati non residenti, che rappresentano una platea significativa di lavoratori e pensionati, nella sospensione dei versamenti e pagamenti (attualmente sono previsti i nuclei familiari residenti e le imprese aventi sede legale o operativa nei Comuni di cui all’Allegato);
  • prevedere la sospensione dell’esecuzione degli sfratti e procedere al rifinanziamento del fondo affitti e per la morosità incolpevole, come misura nazionale più generale, di sostegno per il pagamento degli affitti.

UNIVERSITÀ:

  • • prevedere l’esonero dal pagamento delle tasse universitarie per l’anno accademico 2023/2024 (nel DL è previsto l’esonero per il 2022/2023, ma sono tasse già pagate).

In un quadro più generale, si segnalano inoltre le seguenti criticità:

CONTRIBUTO PER AUTONOMA SISTEMAZIONE (CAS):

  • è necessario modificare la Direttiva per la concessione del CAS estendendo la platea dei beneficiari ai domiciliati non residenti;
  • occorre definire con chiarezza che il CAS spetta ai nuclei familiari sgomberati/evacuati fino al pieno ripristino di tutte le condizioni di agibilità necessarie, compreso il ripristino del mobilio (per il quale, in caso di allagamento importante, ci vogliono mesi per far asciugare i muri ed evitare nuove infiltrazioni e muffe);
  • serve la proroga della scadenza per la presentazione delle domande, che oggi è fissata al 30 giugno. Ci sono ancora Comuni con i locali inagibili, ed è quindi indispensabile garantire il tempo necessario al corretto e puntuale lavoro di gestione delle domande per non rischiare che, nella fretta e senza strutture, si possano commettere errori.

CONTRIBUTO IMMEDIATO SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE:

  • per gli appartamenti affittati occorre prevedere la possibilità di fare domanda per i contributi sia ai proprietari che agli inquilini per i rispettivi danni (es: impianti del proprietario e mobili dell’inquilino);
  • è inoltre necessario introdurre la possibilità di utilizzare il contributo per intervenire immediatamente sulle pertinenze (garage, box, cantine) anche a chi non ha avuto danni all’abitazione. Se non si interviene subito, infatti, si rischiano danni permanenti agli edifici.

bisogna garantire il rimborso delle perizie e mettere in atto strumenti straordinari per rispondere alla grande esigenza di tecnici nei territori alluvionati.

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