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Do seguito riportiamo la memoria e gli emendamenti sull’AS 1272 - Conversione in legge del decreto-legge 17 ottobre 2024, n. 153, recante ‘Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico’, che abbiamo predisposto anche con il contributo dell’Area Politiche Industriali, e inviato alla VIII Commissione del Senato pur non essendo stata contemplata l’audizione sul provvedimento.
Memoria sul decreto legge 17 ottobre 2024, n. 153
‘Disposizioni urgenti per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico. (24G00174) (GU n.244 del 17-10-2024)’
COMMISSIONE VIII Senato (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazione, innovazione tecnologica)
13 novembre 2024
PREMESSA
Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, aveva istituito una Commissione per il riassetto e la codificazione delle normative vigenti in materia ambientale, con decreto Ministeriale 36 del 25/01/2024. Alla Commissione era stato affidato il compito - condivisibile - di elaborare uno schema di legge delega e più decreti legislativi attuativi dei principi e dei criteri definiti nella legge delega, con l’obiettivo di raccogliere la normativa in materia ambientale in un unico testo normativo coerente con la Costituzione, con gli impegni internazionali assunti dal nostro Paese in materia di clima, biodiversità, giusta transizione e SDGs e in linea con le disposizioni europee. Del lavoro fatto dalla Commissione, che aveva consultato anche sindacati, associazioni e movimenti, la CGIL è stata consultata l’8 maggio 2024, non c’è più traccia. Riportiamo qui alcune valutazioni espresse in quella consultazione, che sono per noi fondamentali e che non trovano riscontro nel decreto 153/2024 e alleghiamo il testo inviato alla Commissione dopo la consultazione che contiene le nostre proposte per un rafforzamento della normativa in materia ambientale:
- sancire il principio del primato della tutela del bene comune, della salute e del benessere collettivo, anche delle future generazioni, da anteporre alla ricerca del profitto e all’interesse di pochi;
- individuare un sistema di governance multilivello in grado di garantire la partecipazione democratica delle parti sociali, delle comunità, delle istituzioni locali e della società civile organizzata;
- assumere il principio di Do No Significant harm (DNSH) quale vincolo per ogni forma di investimento pubblico e privato e garantire coerenza fra l’azione di governo e gli impegni assunti a livello internazionale (Accordo di Parigi, Accordo di Montreal, Agenda 2030, legge europea per il clima).
La crisi ambientale (cambiamento climatico, inquinamento, perdita di biodiversità) produce effetti disastrosi nel nostro Paese: alluvioni, siccità, morti premature per inquinamento atmosferico e per la contaminazione delle acque e del suolo. È un’emergenza che va assunta con priorità e coerenza. Il Decreto varato dal Governo invece ignora l’emergenza e rallenta la transizione ecologica. Va nella direzione contraria rispetto ai dettati costituzionali e agli impegni internazionali su clima e ambiente. Invece di pianificare l’uscita dalle fonti fossili e accelerare la transizione energetica, il decreto semplifica la strada per nuove estrazioni di gas nazionale e introduce la possibilità di dare priorità alla valutazione per nuove infrastrutture per il gas e il nucleare. Inoltre, non prevede nessun intervento per il contrasto all’inquinamento e per il ripristino della biodiversità, né prevede finanziamenti per le misure di adattamento, la prevenzione e il contrasto al dissesto idrogeologico.
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