Non soddisfa l’accordo firmato a Caserta nel corso del Consiglio dei Ministri. Sulla terra dei fuochi chiediamo che venga fatta davvero giustizia e che vengano adottate soluzioni serie e concrete, con il coinvolgimento delle parti sociali e delle associazioni di cittadini interessate, a partire da maggiori controlli su tutto il territorio e non solo nelle aree degli impianti, così da contrastare il fenomeno degli incendi di rifiuti che aggravano pesantemente i danni all’ambiente, creando ulteriori problemi alla salute dei cittadini già sottoposti alle consuete problematiche di dover vivere in un territorio fortemente compromesso, che stanno ancora aspettando le bonifiche dei territori, ad oggi in fortissimo ritardo e che stanno pagando l’assenza di una politica lungimirante ed efficace contro la criminalità.Riteniamo insufficienti le azioni previste dal protocollo firmato a Caserta, come ad esempio la militarizzazione dei siti di stoccaggio o l’utilizzo di droni, considerando il fatto che si tratta, peraltro, di misure non nuove (vedi l’utilizzo del presidio militare attuale) ma la linea da seguire parte dall’intensificare le attività di controllo in tutta la terra dei fuochi anche per cercare di limitare questa escalation di roghi sospetti negli impianti e poi spingere sul risanamento ambientale di questo territorio, sulle bonifiche e sulla riqualificazione del territorio visto ormai come una perenne discarica.È necessario, dunque, combattere l’ampliamento delle discariche e l’affidamento incontrollato, recuperare materia ed innovare tutto il ciclo permettendo, in particolare, alle regioni del Mezzogiorno, di uscire dallo stato di perenne emergenza.La raccolta differenziata è soltanto il primo passo per dar luogo ad un ciclo integrato dei rifiuti urbani e quindi, coinvolgere i cittadini in prima persona sarebbe il primo passo anche se non sufficiente. Senza la raccolta differenziata il ciclo non parte ma, dopo la raccolta differenziata, bisogna che funzioni un sistema industriale, che porterebbe anche un incremento dell'occupazione, per la trasformazione dei diversi rifiuti separati: le industrie del riciclo che trasformano la materia, gli impianti di compostaggio per la parte di rifiuti organici e con tracciabilità di quelli speciali.Non occorre riempire tutto il territorio nazionale di termovalorizzatori per recuperare l’energia contenuta nella restante parte non riciclabile, ma un serio piano nazionale della gestione dei rifiuti.In conclusione, riteniamo che sia l’intero ciclo ad essere efficace, considerando anche la gerarchia dei rifiuti stabilita dalla legislazione europea: prevenzione, riutilizzo, recupero, compreso il recupero di energia e infine smaltimento. Ignorare anche una sola di queste fasi si riassume con la non chiusura del ciclo, quindi disservizio, danno ambientale ed economico. Tutto ciò viene considerato fattibile solo se supportato da una politica di pianificazione efficace e lungimirante, alla promozione delle buone pratiche e alla messa in atto di percorsi e iniziative efficaci al funzionamento di tutto il ciclo.ProtocolloAllegato2
Rifiuti: Cgil, serve un piano nazionale per la gestione
20 novembre 2018 • 16:33