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Nella contrattazione sociale territoriale il sindacato non si caratterizza, prevalentemente, in quanto portatore di interessi, ma, più
complessivamente, come soggetto generatore di partecipazione a sostegno e per la promozione di inclusività, benessere e sviluppo equo.
La negoziazione ha bisogno di conoscenza, formazione, capacità di cercare e creare raccordi tra i bisogni del singolo e quelli delle collettività, in questo senso è un importante strumento di “apprendimento” e, in quanto tale, fornisce significativi elementi di valutazione della qualità del sistema democratico, della capacità di alimentarsi dei processi partecipativi e di valorizzarli: una efficace negoziazione, consapevole della sua importanza, deve essere attenta sia alla necessaria redistribuzione delle risorse che a quella dei poteri.
La crescente forbice tra i bisogni delle persone e la scarsità delle risorse disponibili per le politiche di welfare deve essere la questione su cui basare un rinnovato e strutturato sistema di relazioni tra le istituzioni locali e le parti sociali, a partire dalla necessità di ridefinire una connessione tra la garanzia di diritti universali e la pluralità di gestori e canali di finanziamento dei servizi e delle prestazioni del welfare a livello territoriale. ...
L’emergenza provocata dal Covid 19 ha reso impellente la necessità di definire i livelli essenziali anche per le prestazioni sociali e ha evidenziato, al di là di ogni dubbio, le fragilità del nostro sistema di protezione sociale e la necessità che esso sia pubblico e universalistico.
È sotto gli occhi di tutti come la responsabilità, la professionalità e la dedizione del personale dei servizi sanitari, socio-sanitari e sociali, abbiano fatto la differenza. Ora, di tutto questo, la contrattazione deve tener conto a tutti i livelli.
In particolare per quanto riguarda la contrattazione sociale e territoriale, le Camere del Lavoro diventano il perno della relazione tra organizzazione, qualità e diritti del lavoro e accessibilità, efficacia ed efficienza dei servizi e delle prestazioni, affinché si definiscano proposte partecipate, condivise, riconosciute e sostenute da lavoratori/trici, pensionati/e, cittadini/e.
Per questo la contrattazione sociale territoriale è oggi più che mai necessaria, perché contribuisce a rendere esigibili diritti fondamentali rispondendo al profondo e crescente senso di insicurezza delle persone. Essa può arginare la crescita dell’individualismo ricostruendo logiche solidali, e così facendo può offrire nuove prospettive ai giovani, agli anziani, ai migranti e ai nuovi cittadini.
Rossana Dettori, Segretaria nazionale Cgil
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