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"Mettendo in campo Invitalia come garante delle trattative di vendita per lo stabilimento Alcoa di Portovesme, il Governo si assume un impegno importante che può aprire un nuovo scenario per la ricerca di una soluzione all'annosa vertenza dello stabilimento sardo. Ora si tratta di perseguire con determinazione l'obiettivo di realizzare l'accordo sulle condizioni di fattibilità di questo percorso con la multinazionale, e di ricercare concrete e credibili manifestazioni di interesse per la cessione e la riapertura dello stabilimento. Inoltre il riconoscimento dello status di area di crisi complessa al Sulcis permette quantomeno di salvaguardare la condizione sociale dei lavoratori che hanno di fatto perso, insieme al posto di lavoro, anche la tutela degli ammortizzatori". Questo il commento di Salvatore Barone, responsabile Settori produttivi della Cgil nazionale in seguito all'incontro al ministero dello Sviluppo Economico.

Mentre oltre 150 lavoratori presidiavano il dicastero di via Molise sbattendo sull'asfalto i loro caschetti, al tavolo con i rappresentanti sindacali e le istituzioni sarde, l'Esecutivo, rappresentato dal ministro Calenda, ha chiesto alla multinazionale statunitense di fermare lo smantellamento dell'impianto per almeno altri 12/18 mesi, di modo da permettere la ricerca di un nuovo acquirente per gli impianti che producevano alluminio. Si attende ora, a stretto giro, la risposta di Alcoa a quanto prospettato dal governo italiano, ed entro fine mese si terrà un nuovo incontro tra le parti.

“La Cgil vigilerà su tutti i passaggi - ha dichiarato Barone - e ci auguriamo che questi avvengano nei tempi più stretti possibili: dopo tanti anni di incertezza e di sacrifici centinaia di lavoratori dell'Alcoa e dell'indotto hanno diritto di vedere risolta la loro vertenza, con il riavvio delle produzioni e la salvaguardia dei livelli occupazionali".

 
LEGGI l'articolo di Rassegna sindacaleLEGGI il comunicato stampa della Fiom nazionale