Dal 21 al 25 marzo i segretari di Fiom, Fim e Uilm del Sulcis Iglesiente, Roberto Forresu, Rino Barca e Daniela Piras, sono stati su un silos dello stabilimento Alcoa di Portovesme, a 60 metri di altezza, per rivendicare ancora una volta il riavvio dello stabilimento e un futuro per centinaia di lavoratori e per il territorio. Un messaggio indirizzato al Governo, a cui si chiedono il rispetto degli impegni presi, responsabilità e azioni concrete per far ripartire la fabbrica di alluminio primario e risolvere le vertenze della provincia, strettamente collegate tra loro.
Questa nuova azione di lotta è arrivata dopo l'ennesimo rinvio di un passo determinante per la conclusione positiva della vertenza: nell'ultimo incontro al MiSE Glencore, l'unica multinazionale interessata all'Alcoa con cui la trattativa è partita 14 mesi fa, ha chiesto cinque giorni per valutare la proposta presentata dal Governo sui costi dell'energia. Ma la scadenza è passata e non sono arrivate risposte bensì altre domande di chiarimenti, il che ha fatto sorgere dubbi sulla bontà e sulla sufficienza delle misure messe sul tavolo dall'Esecutivo.Dopo cinque giorni di protesta, comprese quattro notti al freddo, e dopo l'incontro tra il Presidente del Consiglio Renzi e il Presidente della Regione Sardegna Pigliaru in cui entrambi si sono impegnati a risolvere al più presto la vertenza, è stata un'assemblea degli stessi lavoratori Alcoa a chiedere ai tre segretari metalmeccanici di scendere dal silos.ASCOLTA l'intervista di radioarticolo1 a Roberto Forresu in "Vertenze in primo piano" del 23 marzoLEGGI il comunicato stampa della RSU Alcoa del 23 marzoLEGGI l'articolo di Rassegna Sindacale "Alcoa, intervista sul silos" del 23 marzoASCOLTA la testimonianza rilasciata da Bruno Usai (Fiom Sulcis) a radioarticolo1 la mattina del 21 marzo:audio mp3 /audio LEGGI il comunicato stampa della Fiom Cgil Alcoa. Landini: “Tempo scaduto. Serve soluzione immediata”LEGGI l'articolo di Rassegna Sindacale "Alcoa, blitz all'alba dei sindacalisti"LEGGI Alcoa: sindacati, Governo risponda a Glencore e ci convochi