Chiusura delle sedi di Roma e Napoli e riduzione del personale con 2511 licenziamenti: è quanto previsto dal nuovo piano di riorganizzazione aziendale presentato ieri, 5 ottobre, dal colosso dei call center Almaviva Contact.

Per la Cgil le motivazioni addotte dalla società, ovvero il contenimento dei costi, l'ottimizzazione del processo produttivo, l'efficientamento logistico e la valorizzazione delle tecnologie proprietarie, sono "pretestuose e strumentali", e si tratta di una "decisione scellerata che viola palesemente l’accordo sottoscritto il 31 maggio scorso con l’assistenza del Ministero dello Sviluppo Economico".

"La scelta di Almaviva è doppiamente pericolosa - ha dichiarato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso -  innanzitutto perché in una situazione di fragilità ricatta i lavoratori con la minaccia dei licenziamenti e in secondo luogo perché non rispetta gli impegni raggiunti con fatica".

I lavoratori di Almaviva hanno già pagato "un prezzo altissimo", e per questo la categoria ha chiesto un intervento immediato del Governo.


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