Di seguito il commento della Cgil nazionale all’incontro che si è tenuto quest’oggi, presso il Miur, tra sindacati e rappresentanti dei Ministeri dell'Istruzione, dell'università e della ricerca e del Lavoro nel quale è stato illustrato alle organizzazioni sindacali il decreto necessario ad avviare le procedure di selezione per l’internalizzazione dei lavoratori degli appalti scuola, che dal 1 gennaio 2020 dovrebbero passare alle dipendenze del Miur.


Roma, 5 novembre - Non abbiamo ancora ricevuto le necessarie risposte per l’internalizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori degli appalti scuola. Una procedura che abbiamo sempre condiviso nell’intento ma che, per gli stringenti vincoli della norma di legge, di fatto escluderà dalla possibilità di internalizzazione molti lavoratori attualmente impegnati nella attività di pulizia delle scuole assunti da imprese che avranno in appalto i servizi fino alla fine dell’anno.Da mesi denunciamo, inascoltati, che sarebbe stato necessario attivare un tavolo interministeriale per trovare le soluzioni utili a garantire continuità di reddito e di occupazione a tutti gli oltre 16mila lavoratori coinvolti. Un confronto che non può essere avviato alla fine del processo di internalizzazione di chi ha i requisiti, ma deve essere avviato subito. Purtroppo, ancora oggi, non abbiamo ricevuto risposte in merito al futuro di quei dipendenti che non hanno i requisiti per accedere alla selezione per gli 11.500 posti riservati.Non abbiamo ricevuto risposta circa la volontà politica di mantenere tutte le risorse economiche a disposizione finora per trovare soluzioni per tutti questi lavoratori, visto che la internalizzazione utilizza solo le risorse stabili di finanziamento per gli appalti, ma non le risorse straordinarie che di anno in anno venivano stanziate tramite la voce “Scuole belle” a garanzia della copertura del servizio e dell’occupazione.Abbiamo apprezzato le aperture del Ministero volte a rispondere ad alcune delle richieste che in questi mesi abbiamo avanzato, tra cui la possibilità di utilizzare anche i contratti a  part time per aumentare il numero di lavoratori internalizzati, ma per noi rimane fondamentale il tema della continuità e della salvaguardia del reddito oltre che dell’occupazione. Ancora una volta siamo stati costretti a ribadire l’insufficienza delle risposte e le tante criticità del processo, dettate anche dall’assenza di dati certi e da una condizione molto eterogenea fra le diverse regioni, oltre che a rivendicare ulteriore flessibilità e strumenti per agevolare il più possibile la continuità lavorativa.È apprezzabile che si condividano le nostre preoccupazioni, ma sinceramente questo avviene con un ritardo preoccupante di cui la politica è responsabile. Adesso servono soluzioni. L’unica cosa certa al momento sono le procedure di licenziamento aperte dalle aziende che hanno in appalto i servizi. Sarebbe paradossale che una operazione  condivisibile, come quella della internalizzazione, fosse fatta sulla pelle di migliaia di lavoratori, con la perdita di posti di lavoro. Per questo, chiediamo con forza l’attivazione di un tavolo interministeriale, presso la Presidenza del Consiglio, e attiveremo le mobilitazioni necessarie per avere le risposte per tutte le lavoratrici e i lavoratori.