Continua la mobilitazione dei lavoratori del Gruppo Eni e della Saipem. Il 19 febbraio hanno incrociato le braccia per otto ore in tutta Italia per lo sciopero indetto unitariamente da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, e manifestato in Piazza S.S. Apostoli a Roma, per contrastare la prospettiva di un forte ridimensionamento del cane a sei zampe in Italia a fronte di un'estensione dell'attività all'estero, per favorire una politica industriale del Gruppo e rilanciare il ruolo di Saipem nel mercato energetico e infrastrutturale.

"Il messaggio di questa piazza è di smettere di svendere il patrimonio industriale del nostro Paese, perché se continuiamo a perderlo non abbiamo futuro",  ha dichiarato durante la manifestazione il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. I lavoratori, infatti, protestano per dire no al piano prospettato già dal 2014 dai vertici dell'Eni, che prevede la dismissione della chimica e del sito di Gela, una riduzione della capacità di raffinazione e la cessione sia di Saipem che di Gas & Power. Inoltre, come hanno spiegato al ministro dello Sviluppo Economico Guidi e in sede di audizione al Parlamento, sindacati e lavoratori sono contrari alla cessione del 70% di Versalis al fondo SK Capital, che sancisce l'abbandono della chimica di base e l'archiviazione di un pezzo di storia della chimica e dell'industria della penisola.

"Noi non accettiamo questa svendita - sostiene Camusso - e continueremo con la nostra mobilitazione, perché alla chimica ci teniamo come teniamo al futuro del nostro Paese: non si può accettare qualunque speculatore come interlocutore". Per le organizzazioni sindacali è necessario garantire una forte presenza italiana in Versalis, obiettivo da raggiungere attraverso la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti. Il segretario generale della Cgil da Piazza Santi Apostoli ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Esecutivo, che "deve fare ciò che dovrebbe fare un azionista, come è il Governo nei confronti dell'Eni, e cioè tutelare un patrimonio industriale molto importante che è una infrastruttura essenziale dell'industria", e ha ribadito che "il tema su cui bisogna misurarsi e su cui si deve misurare il Presidente del Consiglio è l'assenza di una politica industriale in Italia".


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