"Ancora incertezze e preoccupazione per l'allungamento dei tempi". Questo il primo commento della Fiom Cgil al termine dell'incontro di oggi al ministero dello Sviluppo Economico sulla Lucchini di Piombino. L'appuntamento, a cinque mesi dagli impegni presi da Aferpi (la società controllata dall'algerina Cevital che ha rilevato l'acciaieria), doveva essere determinante per avere certezze sui piani del gruppo, sulle risorse per gli investimenti e sulle conseguenti prospettive occupazionali e produttive del sito, ma si è concluso con un nuovo rinvio e senza indicazioni chiare sul futuro di Piombino. Un esito che fa temere "centinaia di esuberi": se gli impegni presi non saranno concretizzati si rischia di andare oltre la copertura degli ammortizzatori sociali.

L'unica dead line fissata dall'azienda - si legge nel comunicato della Fiom Cgil - è stata quella di fine marzo per l'accordo sulla "contrattualizzazione dell'acquisto della tecnologia per partire con i lavori della siderurgia". Ma Aferpi "non ha spiegato cosa questo significhi nella pratica".I rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti al tavolo, a cui hanno partecipato l'azienda, il sottosegretario Bellanova, i rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente e del Lavoro, l'Autorità portuale di Piombino/Elba e il sindaco di Piombino, hanno ribadito la necessità di "velocizzare gli smantellamenti previsti dal piano".

Ora si dovrà aspettare il 17 marzo, data in cui si riunirà la Cabina di regia per la verifica dell'Accordo di programma, e la prima settimana di aprile, quando sarà fissato un nuovo tavolo al ministero dello Sviluppo Economico.


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