Roma, 26 settembre – “Dalla Corte Costituzionale è arrivata una decisione importante e positiva, che dichiara illegittimo il criterio di determinazione dell'indennità di licenziamento come previsto dal Jobs Act sulle tutele crescenti e non modificato nell'intervento del Decreto dignità. Nelle prossime settimane avremo modo di commentare nel dettaglio la decisione, tuttavia quanto stabilito oggi dalla Corte, a seguito di un rinvio del Tribunale di Roma su una causa per licenziamento illegittimo promossa dalla Cgil, è un segnale importante per la tutela della dignità dei lavoratori”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, commenta la decisione della Consulta, che ha ritenuto illegittimo il rigido criterio di quantificazione del risarcimento spettante al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo, basato esclusivamente sull’anzianità aziendale.“Un sistema - sottolinea la leder della Cgil - irragionevole e ingiusto, che calpesta la dignità del lavoro e che permette di quantificare preventivamente il costo che un’azienda deve sostenere per ‘liberarsi’ di un lavoratore senza avere fondate e reali motivazioni. Vale a dire quello che potremmo definire la rigida monetizzazione di un atto illegittimo”."Quanto stabilito oggi dalla Corte Costituzionale - conclude Camusso - può e deve riaprire una discussione più complessiva sulle tutele in caso di licenziamento illegittimo per le quali, per la Cgil, è fondamentale il ripristino e l'allargamento della tutela dell'art.18. Come proposto nella ‘Carta dei diritti’, non è rinviabile la definizione di un sistema solido e universale di tutele nel lavoro, superando la logica sbagliata che ha guidato le riforme del mercato del lavoro degli ultimi anni, ultima il Jobs Act, che hanno attaccato il sistema delle tutele e dei diritti, svilendo il ruolo del lavoro nel nostro Paese”.
Jobs Act: Camusso, dalla Consulta decisione importante e positiva
26 settembre 2018 • 14:49