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La ricerca ’’Inchiesta sul mercato del lavoro in Eritrea: riqualificazione e formazione professionale nei settori dell’informatica, turismo/ospitalità e catena del freddo” a cura di Nexus ER e pubblicata da Futura Editrice in italiano (https://www.futura-editrice.it/prodotto/inchiesta-sul-mercato-del-lavoro-in-eritrea-ebook/) ed inglese (https://www.futura-editrice.it/prodotto/a-labour-market-survey-on-eritrea-ebook/) è stata realizzata nell’ambito del progetto ‘’ Dialogare, formare, contrattare: il lavoro come strumento di pace’’, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e realizzato in collaborazione con Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo (ISCOS), Progetto Sud (PROSUD), Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), gli istituti di cooperazione di CGIL, CISL e UIL, la CSI Africa e il sindacato Eritreo NCEW.
La ricerca mira, in primo luogo, a condurre un’analisi vera e propria dei bisogni in merito alla formazione professionale in Eritrea, specificamente nei maggiori centri economici di Asmara e Massaua, allo scopo di fornire un tracciato completo utile alla preparazione di corsi di formazione per lo sviluppo di abilità professionali, tentando quindi di cogliere gli aspetti della domanda e dell’offerta nel mercato del lavoro nei settori dell’informatica, turismo e catena del freddo.
Frutto di un lavoro sul campo che ha coinvolto le aziende, i lavoratori formali e informali, i disoccupati, gli studenti e i centri di formazione attraverso la somministrazione di questionari, lo svolgimento di interviste e di focus group, la ricerca ha contribuito all’elaborazione dei piani formativi e sarà uno strumento per la pianificazione e implementazione di future iniziative per la promozione del lavoro dignitoso in Eritrea nei settori dell’informatica, turismo e catena del freddo.
Questa ricerca è probabilmente una delle pochissime (se non l’unica) ricerca realizzata in Eritrea negli ultimi anni nel campo dei diritti e del mercato del lavoro. Merito di questa ricerca non è solo fare luce su alcuni dati relativi al mercato del lavoro eritreo oggi, ma anche fare emergere quanto sia importante il ruolo della cooperazione e dello sviluppo per la promozione di una agenda per il lavoro dignitoso a livello globale. Ed è proprio lo scambio costante sindacale che ha ispirato la ricerca; scambio avvenuto in contesti, tempi e fasi estremamente diversi, dalla lotta del popolo eritreo per l’indipendenza fino ai giorni nostri che hanno visto, purtroppo, i territori al confine fra Etiopia ed Eritrea nuovamente in conflitto.
Un conflitto particolarmente doloroso, se visto dal punto di vista sindacale, perché appunto le confederazioni sindacali italiane sono unite nel promuovere l’idea che il lavoro dignitoso sia uno degli strumenti principali per sottrarre risorse e braccia a chi vorrebbe fare della guerra uno strumento permanente di controllo dei territori, delle economie e dei corpi delle persone. Doloroso anche perché proprio negli ultimi anni le organizzazioni sindacali del Corno d’Africa hanno profuso molte energie nella promozione della Raccomandazione 205 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL)relativa all’occupazione e al lavoro dignitoso per la pace e la resilienza.
Questa ricerca ci presenta uno spaccato del mercato del lavoro eritreo rispetto al quale sono disponibili pochissime informazioni, analisi e fonti e ci dice con chiarezza che nel Paese, pur esistendo in questo momento condizioni per lo sviluppo di alcuni settori chiave che potrebbero migliorare sensibilmente le condizioni di vita e di lavoro di larga parte della cittadinanza, alcuni fattori geopolitici interni ed esterni costituiscono un ostacolo affinché ciò si realizzi.
L’accordo di pace con l’Etiopia e l’apertura di una serie di canali commerciali con altri paesi per lo sviluppo di infrastrutture e reti strategiche sembrano aver impresso un nuovo corso all’economia del paese che, da un punto di vista prettamente legislativo, ha ratificato le otto convenzioni fondamentali dell’OIL che rappresentano le fondamenta per il rispetto dei diritti fondamentali sul lavoro, e quindi avrebbe le carte in regola per permettere condizioni di sviluppo. Tuttavia, la semplice ratifica non è certo garanzia del rispetto dei principi contenuti nelle Convenzioni e dell’applicazione delle norme che ne derivano nella legislazione nazionale in materia di libertà di associazione, di contrattazione collettiva e di mercato del lavoro più in generale.
In questo contesto, quindi lo sviluppo di programmi di formazione professionale potrebbe incoraggiare il passaggio dei lavoratori dall’economia informale a quella formale, fornendo loro abilità e competenze, andando anche a rafforzare il ruolo del sindacato locale nella protezione e tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. L’analisi del gruppo di riferimento dei lavoratori informali ha infatti delineato la stretta relazione fra il basso livello di abilità e competenze dei lavoratori e le posizioni informali/vulnerabili che occupano. La crescita professionale delle donne e delle persone disabili attraverso programmi di formazione specifici può rafforzare le loro capacità, sostenendone la progressiva indipendenza e l’inclusione nel mercato del lavoro attraverso il lavoro dignitoso.
La cooperazione sindacale internazionale, soprattutto nei contesti più difficili, caratterizzati da lavoro forzato, può fungere da mezzo per stimolare e rafforzare il dialogo sui diritti umani e del lavoro a livello nazionale, fornendo allo stesso tempo sostegno alla popolazione più vulnerabile, e realizzando opportunità di lavoro dignitoso.
The research "A labour market survey on Eritrea: upskilling and professional training in ICT, hospitality and cold chain sectors ‘’ edited by Nexus ER and published by Futura Editrice in Italian (https://www.futura-editrice.it/prodotto/inchiesta-sul-mercato-del-lavoro-in-eritrea-ebook/) and English (https://www.futura-editrice.it/prodotto/a-labour-market-survey-on-eritrea-ebook/) has been realised within the project '' Dialoguing, training, negotiating: Labour as an instrument of peace'', financed by the Italian Agency for Development Cooperation (AICS), and carried out in collaboration with the Trade Union Institute for Development Cooperation (ISCOS), Progetto Sud (PROSUD), Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), the cooperation institutes of CGIL, CISL and UIL, CSI Africa and the Eritrean trade union NCEW.
The research primarily aims to conduct a proper analysis of the needs related to vocational training in Eritrea, specifically in the major economic centers of Asmara and Massawa, with the purpose of providing a comprehensive framework useful for the preparation of training courses to develop professional skills. It seeks to capture aspects of demand and supply in the labor market in the fields of information technology, tourism, and the cold chain.
A result of fieldwork involving companies, formal and informal workers, the unemployed, students, and training centers through the administration of questionnaires, interviews, and focus groups, this research has contributed to the development of training plans and will serve as a tool for planning and implementing future initiatives to promote decent work in Eritrea in the fields of information technology, tourism, and the cold chain.
This research is likely one of the very few (if not the only) studies conducted in Eritrea in recent years in the fields of rights and the labor market. Its merit goes beyond shedding light on some data concerning the Eritrean labor market today; it also highlights the importance of cooperation and development in promoting a global agenda for decent work. The constant exchange between unions inspired this research; an exchange that occurred in extremely different contexts, times, and phases, from the Eritrean people's struggle for independence to the unfortunate recent conflicts along the Eritrea-Ethiopia border.
This conflict, particularly painful from a union perspective, because Italian labor confederations are united in promoting the idea that decent work is one of the primary tools to divert resources and labor from those who would use war as a permanent instrument of control over territories, economies, and people's bodies. It's also painful because, in recent years, labor organizations in the Horn of Africa have devoted considerable efforts to promoting International Labor Organization (ILO) Recommendation 205 on employment and decent work for peace and resilience.
This research provides us with an insight into the Eritrean labor market, for which very limited information, analysis, and sources are available, and it clearly states that, despite current conditions favoring the development of some key sectors that could significantly improve the living and working conditions of a large part of the population, certain internal and external geopolitical factors pose obstacles to realizing this potential.
The peace agreement with Ethiopia and the opening of various trade channels with other countries for infrastructure and strategic network development seem to have set a new course for the country's economy. From a legislative perspective, Eritrea has ratified the eight fundamental ILO conventions that form the basis for respecting fundamental labor rights, giving it the tools for development. However, mere ratification is no guarantee of adherence to the principles contained in the conventions and the application of the resulting norms in national legislation concerning freedom of association, collective bargaining, and the labor market in general.
In this context, the development of vocational training programs could encourage the transition of workers from the informal economy to the formal one, providing them with skills and competencies while also strengthening the role of local unions in protecting and advocating for workers' rights. The analysis of the informal worker reference group has indeed outlined the close relationship between the low level of skills and competencies of workers and the informal/vulnerable positions they hold. The professional growth of women and disabled individuals through specific training programs can enhance their abilities, support their progressive independence, and promote their inclusion in the labor market through decent work.
International labor cooperation, especially in the most challenging contexts characterized by forced labor, can serve as a means to stimulate and strengthen dialogue on human and labor rights at the national level while simultaneously providing support to the most vulnerable population and creating opportunities for decent work.