Roma, 21 luglio - “Quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nella sentenza pubblicata ieri è una buona notizia, anche se è necessario fare di più: l’attuale pensione di inabilità è inadeguata, non permette la sopravvivenza degli stessi disabili che la percepiscono. Abbiamo sempre sottolineato l'insufficienza dell'assegno, che risulta essere quasi offensivo per la dignità stessa delle persone”. Ad affermarlo, in una nota, Nina Daita, responsabile dell'ufficio Politiche per le disabilità Cgil.“La Corte - spiega la dirigente sindacale - ha stabilito che agli invalidi civili totali, con gravissima disabilità e privi delle residue capacità lavorative, deve essere garantito l'incremento di cui alla legge 448 del 2011, senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età”. “La disabilità, come dice la Corte Costituzionale, deriva - sottolinea Daita - da una condizione patologica e non dall'invecchiamento. I bisogni delle persone con disabilità devono essere tutelati a prescindere dall'età. Quindi, dopo quanto stabilito dalla Corte, auspichiamo che l'incremento venga adeguato ed erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni”.Per la responsabile dell'ufficio Politiche per le disabilità “ad oggi tale assegno non è certamente sufficiente, poiché migliaia di persone che non hanno una invalidità al 100%, ma ugualmente senza lavoro, in difficoltà e con gravi patologie dovranno continuare a sopravvivere con poco più di 280 euro mensili”. Chiediamo al Governo, soprattutto in questo momento di profonda crisi, che si faccia carico di una seria e chiara riforma delle provvidenze economiche a favore delle persone con disabilità, troppo spesso - conclude Daita - oppresse da solitudine, discriminazione, e in condizioni di indigenza”.
Disabilità: Cgil, bene sentenza Corte, pensione di inabilità è inadeguata
21 luglio 2020 • 14:23