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Roma, 14 dicembre - “Un’ottima notizia quella giunta il 7 dicembre da Bruxelles: la Commissione Europea ha proposto un Regolamento per mettere finalmente un punto fermo riguardo ai diritti di genitorialità all’interno dello spazio Ue, per i cittadini in condizione di mobilità tra un Paese e l'altro”. È quanto dichiarano Sandro Gallittu, ufficio nuovi diritti Cgil nazionale e Andrea Malpassi, area politiche europee e internazionali Cgil nazionale.
“Va infatti ricordato - proseguono Gallittu e Malpassi - che nell’attuale stato di cose, i diritti di genitori e figli riconosciuti nel Paese di nascita possono non essere riconosciuti nel passaggio da un Paese all’altro, situazione che rappresenta di fatto una violazione del principio di libera circolazione nello spazio dell’Unione Europea. La questione si pone in modo particolare per le famiglie omogenitoriali, considerato che la doppia genitorialità dello stesso sesso non è riconosciuta in alcuni paesi Ue a cominciare dall’Italia”. “Già la Corte di Giustizia Europea, richiamando il principio di libera circolazione e quello del superiore interesse del minore, aveva sollecitato in più occasioni una disciplina che ponesse rimedio a quel vulnus. Non si tratta - spiegano Gallittu e Malpassi - di imporre ai paesi dell’Unione un’unica legislazione in materia di diritto di famiglia (che resterebbe comunque di competenza dei singoli Stati), ma di riconoscere appunto il diritto superiore del minore, richiamato anche dalla nostra Consulta, di non vedersi negati - a macchia di leopardo all’interno dell’Unione - i diritti relativi alla vita familiare e quelli con essi connessi riconosciuti nello Stato in cui è stato formato il certificato di nascita”.
“Lo strumento scelto dalla Commissione - proseguono Gallittu e Malpassi - è quello del Regolamento che consentirebbe di emanare una norma immediatamente operativa in tutti i Paesi Ue e sanerebbe quindi definitivamente le situazioni coperte dalla previsione. La relativa proposta dovrà ora essere approvata all’unanimità dal Consiglio e attendiamo con fiducia questo passaggio auspicando - concludono - che sui diritti delle persone minori non venga esercitato alcun diritto di veto da parte dei Governi più reazionari e refrattari al riconoscimento della doppia genitorialità”.