Roma, 2 luglio - “L’apertura delle procedure di mobilità per 126 dipendenti di due società del gruppo ‘La Perla’ è un fatto grave. Si tratta di un intervento che inspiegabilmente, su 1200 dipendenti nel mondo, sceglie di eliminare cento persone a Bologna, più della metà delle aree di campionario, dove risiede il Know How, il saper fare, del prodotto leader del mercato dell’intimo e della corsetteria”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
“Se si licenziano le figure del cuore professionale dell’impresa, impiegate tecniche, sarte, modelliste, - aggiunge il leader della Cgil - si smonta l’impresa spingendola fuori dall’Italia e si confermano i sospetti che l’acquisto da parte del Fondo Sapinda sia stato un gioco finanziario, senza alcuna logica industriale: nessun progetto di sviluppo, un piano industriale fatto solo di tagli del personale”.
“Si tratta di un altro marchio di prestigio del made in Italy - sottolinea Landini - che rischia di vedere la sua linea produttiva e ideativa totalmente realizzata all’estero, con un grave danno economico e di immagine per la manifattura italiana e per lo stesso made in Italy”.
“Insieme alla categoria e alla Cgil di Bologna e dell’Emilia Romagna - conclude il segretario generale della Cgil - cercheremo di portare all’attenzione del governo e delle istituzioni locali tale situazione. Non lasceremo sole le lavoratrici”.