Il documento di economia e finanza 2016 enfatizza quanto fatto dal governo in termini di provvedimenti per la riforma della scuola e quanto ancora da fare in continuità con il PNR 2015 dettagliandone l'avanzamento delle misure.Al fine di sostenere la produttività, scrive il governo, un obiettivo necessario sarà quello di accrescere il capitale umano, qualificando i lavoratori disoccupati, migliorando l'istruzione e la preparazione professionale dei giovani, sviluppando le aree di ricerca tecnologica, promuovendo la scienza e la cultura.Tra le misure che riguardano l'Istruzione “Adottare e attuare la prevista riforma della scuola e ampliare l'istruzione terziaria professionalizzante – Alternanza scuola-lavoro” relativamente all'Istruzione Tecnica Superiore (ITS), è scritto:“Sempre in attuazione della legge Buona Scuola, sono state approvate in Conferenza Unificata le Linee Guida per favorire la semplificazione e promuovere una nuova governance al fine di incoraggiare i percorsi di studio degli Istituti tecnici superiori (ITS). In particolare, esse prevedono: la possibilità per gli studenti di svolgere i percorsi di Istruzione tecnica superiore anche in apprendistato; facilitazioni all’ingresso di nuove imprese nelle Fondazioni che gestiscono gli ITS; la creazione di una commissione nazionale per il coordinamento dell’offerta formativa, aperta per la prima volta alle parti sociali, con l’obiettivo di rilanciare questa filiera di istruzione terziaria professionalizzante (gli ITS hanno potenzialità notevoli, considerato che quasi l’80% dei (gli ITS hanno potenzialità notevoli, considerato che quasi l’80% dei diplomati trova subito un impiego). A queste misure si aggiunge lo stanziamento di 45 milioni per l’attivazione dei nuovi laboratori territoriali per l’occupabilità previsti dalla legge di riforma della scuola, che permetteranno agli studenti di avere gli strumenti per orientarsi al lavoro e per crearlo loro stessi con una didattica che guarda ai settori strategici del Made in Italy e legata alla vocazione produttiva, sociale e culturale di ciascun territorio".COMMENTOCome non abbiamo mancato di segnalare a suo tempo, negli atti del governo ( L.107/15) non vi è stata una scelta strutturale di indirizzo in grado di attivare politiche e investimenti per stimolare e supportare una svolta vera di crescita e ruolo del sistema di istruzione terziario professionalizzante ITS e della spendibilità del titolo.La scelta degli interventi da porre in atto è stata da parte del governo minimalista, di tipo gestionale e a costo zero. Nonostante questa scelta minimalista appaiono evidenti le difficoltà nell’adozione di alcuni provvedimenti di dettaglio.In particolare:- il decreto che riguarda la definizione dei criteri per il riconoscimento dei crediti acquisiti dallo studente a conclusione dei percorsi ITS, secondo le tabelle di confluenza tra gli esiti di apprendimento in relazione alle competemze acquisite al termine dei suddetti percorsi e le competenze in esito ai cordi di laurea ad essi assimilabili- le linee guida diconcerto con il Ministero dei Trasporti sul settore navale per unificare le prove di verifica finale degli ITS con le prove di esame di abilitazione alla professione che sembrano in una fase di stalloQuanto sopra mette in trasparenza lo scarso coordinamento istituzionale che è alla base della elaborazione dei contenuti della Legge 107/15.Favoriti da una debolezza strutturale sulla materia del MIUR:- i rapporti con le regioni appaiono sempre più condizionate dalla difesa di questo o quel modello locale, a discapito della costruzione di un verso sistema nazionale di istruzione tecnica superiore- non si riesce a dare un freno alla creazione di nuove fondazioni ITS, nella maggior parte dei casi senza concrete prospettive di sviluppo, se non quello di assegnare ulteriori cariche e gestire cifre, mediamente, irrisorie- i percorsi IFTS si stanno orientando verso un progressivo abbassamento del livello delle competenze da far acquisire agli studenti- a legislazione vigente le risorse finanziarie, già modeste, non aumenteranno (c.a. 14 mil. € MIUR, mentre, vista la loro autonomia, non vi è una certezza e stablità delle risorse messe a bando dalle regioni)- la Commissione UE indica la necessità di ampliare l'offerta di formazione tecnica superiore e di concentrare gli sforzi su qualità e pertinenza, ma ad oggi tutto è calibrato su analisi quantitative mentre occorrerebbe dare valore alle aree tecnologiche e alle distintività, partendo dalla revisione delle aree e ambiti che sono ancora quelli della classificazione del 2008 di Industria 2015.La via d'uscita dalla attuale situazione di “stagnazione” del sistema ITS sta soprattutto:- nella definizione di politiche industriali per il Paese capaci di legare ricerca, innovazione e formazione- nella scelta di incremetare gli investimenti strutturali mentre, al contrario, la quota della spesa in percentuale del PIL è notevolmente più bassa di quella sostenuta dai principali partner europei- nella necessità di individuare e sostenere i settori in cui l'economia italiana dovrà svilupparsi, lanciando progetti a dimensione europea che coinvolgano istituzioni scolastiche, ITS, università e centri di ricerca, imprese. Il Piano di Ricerca Nazionale 2015-2020, organizzato intorno a 6 pilastri declinati in 12 aree di specializzazione, potrà favorire questo processo e la revisione delle aree e degli ambiti degli ITS.Come evidenziato nel DEF 2016, la Legge 107/15 prevede la possibilià per le istituzioni scolastiche di dotarsi di laboratori territoriali per l'occupabilità. Anche i Poli tecnico professionali, che dovrebbero essere il laboratorio permanente per elaborare, affinare, arricchire percorsi formativi per figure di tecnici di lungo periodo, strategici per lo sviluppo del cluster e quindi assorbibili nel processo produttivo su dati analitici e non induttivi e impiegabili secondo i profili di competenze acquisite, possono dotarsi di laboratori per l'occupabilità.Ma le risorse una tantum destinate, 45 milioni € ai sensi DM 657 del 4/9/15, saranno dal 2016 limitate. L'intervento appare, pertanto, non di tipo strutturale.