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Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza prevede due rilevanti interventi relativi l’istruzione tecnica superiore
- la riforma del sistema ITS
- il potenziamento dell’offerta didattica degli ITS attraverso un imponente investimento di risorse fino al 2026 pari a 1,5 miliardi di euro.
Riforma del sistema ITS
Riguardo alla riforma degli ITS è stata approvata nella scorsa legislatura la legge 99/22 “Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore". La CGIL e la FLC hanno espresso la propria contrarietà all’impostazione e ai contenuti di tale provvedimento. La legge 99/22 prevede l’emanazione di ben numerosi provvedimenti attuativi.
Attualmente risultano varati i seguenti provvedimenti
- Decreto ministeriale 17 maggio 2023 n. 89 concernente lo Schema di statuto delle Fondazioni ITS Academy
- Decreto ministeriale 17 maggio 2023 n. 88 concernente la costituzione delle commissioni delle prove di verifica finale”
- Decreto ministeriale 17 maggio 2023 n. 87 Disposizioni in merito alla costituzione e al funzionamento del Comitato nazionale ITS Academy
- Provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 10 novembre 2022 per le modalità di fruizione del credito d’imposta
A seguito della pressante richiesta delle confederazioni e dei sindacati di categoria, a partire da giugno si è avviato un percorso di regolare confronto con il Ministero dell’Istruzione sugli ulteriori provvedimenti. Di seguito la sintesi dei primi tre confronti tra Ministero dell’Istruzione e sindacati a cui è seguita la successiva pubblicazione altrettanti decreti attuativi.
Il primo incontro si è svolto l’8 giugno con l’illustrazione da parte del Ministero dei tre decreti sopra indicati del 17 maggio 2023.
Il 10 luglio 2023 si è svolto uno specifico incontro sullo schema di decreto interministeriale concernente le aree tecnologiche e le figure professionali nazionali di riferimento degli ITS.
Durante l’incontro CGIL ed FLC CGIL hanno evidenziato i seguenti punti di attenzione
- Deve essere considerata una evidente criticità l’eccessiva parcellizzazione degli ambiti tecnologici in figure nazionali che fanno chiaramente intravedere ulteriori possibili specializzazioni che se non governate, creeranno un sistema di percorsi formativi disarticolato. In altre parole si pongono le basi, anche normative, verso la realizzazione di percorsi talmente differenziati e specifici da arrivare a una “curva continua”, nelle quali le imprese possono scegliere liberamente quanto gli serve
- occorre chiarire che eventuali competenze tecnico-professionali connesse alle specificità di ciascuna figura, (a cura delle singole Fondazioni o delle Regioni per la definizione di profili regionali) devono essere attività aggiuntive e non sostitutive del curricolo nazionale
- è necessario indicare un monte ore minimo per le attività generali di base comuni a tutte le aree tecnologiche.
- è totalmente mancante una riflessione che si deve trasformare in formazione, azione e competenze, sull’utilizzo consapevole delle tecnologie, dei rapporti sociali ed etici che ciò implica, sulla difesa dei “beni comuni”.
Il 24 luglio 2023 si è svolto l’incontro sullo schema di decreto relativo ai criteri per autorizzare le fondazioni ad operare in una o più aree tecnologiche. Durante l’incontro la CGIL e la FLC CGIL, nel confermare le criticità sull’intero impianto del riordino dell’istruzione tecnologica superiore, hanno innanzitutto osservato come nello schema di decreto sia necessario introdurre norme di carattere generale che definiscano chiari orientamenti sugli aspetti dimensionali e sulla massa critica che devono possedere i singoli ITS. Come affermato più volte in questi anni, è necessario evitare il proliferare di Fondazioni tenuto conto delle imponenti risorse che il PNRR investe fino al 2026 con il connesso rischio di sviluppare un’offerta formativa drogata dalla “necessità” di intercettare tali finanziamenti. Nel momento in cui scriviamo sono in discussione i decreti sulle aree tecnologiche e sulle deroghe ad operare su più aree tecnologiche i cui decreti sono stati sottoposti come quelli precedenti al vaglio del Consiglio superiore dell’istruzione (CSPI) il cui parere è obbligatorio prima dell’invio dei suddetti decreti agli organi di controllo.
Gli investimenti del PNRR
L’approvazione della legge di riforma degli ITS era la condizionalità per poter utilizzare le risorse dell’investimento 1.5, pari a 1,5 miliardi di euro, finalizzate al potenziamento strutturale e dell’offerta formativa degli ITS.
Con il DM 310/2022 sono state ripartite risorse pari a 450 milioni di euro finalizzate alla realizzazione e al potenziamento di laboratori formativi con attrezzature e arredi innovativi. Con il successivo DM n. 84 del 10 maggio sono stati ripartiti oltre 27 milioni di euro, dedicati alle fondazioni ITS di nuova costituzione, che abbiano attivato almeno un percorso formativo nell’anno 2022.
Il 30 maggio il Ministro ha firmato un decreto per la ripartizione di 700 milioni di euro del PNRR “destinati a incrementare l’offerta didattica delle Fondazioni ITS Academy e a rafforzare la partecipazione delle aziende ai processi formativi.”
Ad oggi sono stati pubblicati solamente gli allegati al Decreto In particolare
- È prevista una quota fissa pari al 10% delle risorse (70 milioni di euro) divisa in parti uguali fra i 125 ITS
- Il 40 % pari a 252 milioni di euro è ripartito in base al numero degli iscritti
- il 60 % pari a 378 milioni di euro è ripartito in base al numero dei diplomati
Inoltre il 40% delle risorse complessive, pari a 280 milioni di euro, è destinato agli ITS delle Regioni meridionali.
La Regione che riceverà il finanziamento più cospicuo è la Lombardia (circa 118 milioni di euro) seguita dalla Puglia (circa 105 milioni di euro)
Ricordiamo, infine, che in tema di ITS l’Italia è tenuta a rispettare i seguenti target e milestone definiti dal PNRR
- M4C1-20 “Numero di studenti iscritti al sistema di formazione professionale terziaria (ITS)”, pari ad ulteriori 11.000 studenti al 31/12/2025
- M4C1-00-ITA-25 Monitoraggio delle reti ITS al 31/12/2024,
- M4C1-00-ITA-26 “Creazione di: a) nuovi ITS per ridurre il divario tra offerta e domanda di lavoro; b) un sistema digitale per il monitoraggio degli ITS e la governance nazionale” al 31/12/2024