LEGGI o ASCOLTA l'intervento di Giuseppe Massafra al Comitato Direttivo nazionale della Cgil del 23 maggioASCOLTA lo speciale di RadioArticolo1 "Sulla strada di Capaci"LEGGI gli articoli di Rassegna Sindacale «Caro Giovanni, quel giorno verrà…» e "Venticinque anni dopo, il ricordo della Cgil"
IL COMUNICATO STAMPA DEL 22 MAGGIORoma 22 maggio - "Domani, oltre alle tante iniziative organizzate sul territorio nazionale e a quelle a cui parteciperemo per ricordare l'uccisione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della sua scorta per mano della mafia, nel corso della riunione del Comitato Direttivo Nazionale lo commemoreremo e avanzeremo le nostre proposte”. È quanto dichiara Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil.“A venticinque anni da quegli avvenimenti e a poche ore dalla recrudescenza consumatasi a Palermo, dove si è tornato a sparare - continua Massafra - torneremo a ripetere che dare centralità e dignità al lavoro è indispensabile per l'emancipazione, la coesione e per superare tutte le forme di disuguaglianza che sono alla base del proliferare dell'illegalità"."Battere le mafie, l'illegalità, la corruzione - sostiene il dirigente sindacale - è condizione essenziale per liberare il Paese da un vero e proprio cappio al collo che ne impedisce lo sviluppo economico, l'occupazione e la tenuta democratica". "È tempo di aprire una nuova stagione di mobilitazione - prosegue - capace di unire società civile e istituzioni affinché, come diceva Giovanni Falcone, 'questo diventi un fatto straordinario di tutti nella normalità'".Per il segretario confederale della Cgil "ora che le mafie sono un fenomeno, un sistema, diffuso su tutto il territorio nazionale, come dimostrano gli innumerevoli atti giudiziari per i quali dobbiamo essere grati a Magistratura e forze dell'ordine, la politica deve fare uno scatto in avanti deciso e responsabile, a partire dall'approvazione della riforma del Codice antimafia, ferma da un anno in Commissione Giustizia al Senato dopo l'approvazione della Camera di un testo organico e pressoché condiviso"."Anche Falcone, nel solco dell'insegnamento di Pio La Torre - sottolinea in conclusione Massafra - aveva compreso che i sequestri e le confische dei beni dei mafiosi e il loro riutilizzo rappresentano una delle chiavi di volta per sconfiggere le mafie e rendere protagonista la società e il mondo del lavoro”.