PHOTO
Roma, 24 marzo – “Il disegno di legge Corda in materia di libertà sindacali nelle Forze armate per il Comitato Europeo per i Diritti Sociali è inadeguato e insufficiente. La Cgil lo ha sempre sostenuto: è un provvedimento sbagliato, che impedisce qualsiasi forma di rappresentanza libera ed efficace dei lavoratori in divisa. Si fermi l’iter parlamentare”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra.
“Nella giornata di ieri – spiega il dirigente sindacale – il Comitato Europeo per i Diritti Sociali ha nuovamente bocciato gli orientamenti del Governo italiano in merito alle misure adottate per ottemperare alle osservazioni formulate dal Comitato stesso sulle violazioni della Carta Sociale Europea per quanto riguarda l’esercizio delle libertà sindacali tra le Forze Armate, e ha ritenuto il ddl Corda, attualmente in via di approvazione alla Camera, non conforme alla Carta, inadeguato e insufficiente a risolvere le violazioni alla stessa”.
“Dopo l’ennesima bocciatura – sottolinea Massafra – invitiamo le forze politiche, per senso di responsabilità, a fermare l'iter parlamentare di approvazione di un testo di legge che, come abbiamo più volte detto e sostenuto, non è conforme con quanto espressamente indicato dalla CEDS, né con gli indirizzi contenuti nella sentenza della Corte Costituzionale del 2018 che ha dichiarato incostituzionale il divieto per i militari di costituirsi in sindacati”.
Per il segretario confederale della Cgil “è ora necessario aprire un nuovo confronto con le associazioni sindacali che nel frattempo si sono costituite e che hanno avuto dall'Amministrazione il dovuto riconoscimento”. “Occorrono urgentemente interventi profondi capaci di conquistare trasparenza, di rendere pienamente esigibile l'agire sindacale, con i vincoli che la Costituzione indica, e di riconoscere al sindacato il ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che in queste organizzazioni – conclude – trovano il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Carta anche nell'ambito militare”.