Roma, 6 dicembre - “La pandemia ha, senza alcun dubbio, accentuato e reso evidenti le criticità e le debolezze già presenti nel nostro mercato del lavoro: crescita della precarietà e dell’occupazione povera e scarsamente qualificata, esclusione dei giovani, ampliamento dei divari territoriali. Inoltre, ha determinato il crollo dei tempi determinati, la crescita dei lavoratori scoraggiati e l’aumento di coloro che sono nella cosiddetta area della sofferenza”. Così la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti commenta quanto fotografato dalla ricerca realizzata dalla Fondazione Di Vittorio dal titolo “Il mercato del lavoro in Italia alla prova della pandemia: ripercussioni e prospettive”.
Per la dirigente sindacale “il 2021, partendo da queste basi, non può diventare l’anno dei licenziamenti. Certamente il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti hanno evitato una vera e propria emorragia di posti di lavoro, ma ora sono urgenti altre misure, in primis la riforma degli ammortizzatori sociali, accompagnata da alcuni interventi da attuare subito come il rilancio dei contratti di solidarietà, il rafforzamento della Naspi e della Dis Coll”.
“Inoltre - prosegue Scacchetti - sarà fondamentale definire una forte condizionalità degli investimenti alle loro ricadute occupazionali. Sarà essenziale definire un piano straordinario per l’occupazione che a partire dai settori pubblici, sanità ed istruzione in primis, possa garantire uno shock occupazionale soprattutto per giovani e donne”.
“La sfida che il nostro Paese ha davanti, offerta anche dalle risorse europee, è quella di scegliere un nuovo modello di sviluppo fondato sulla crescita sostenibile, sull’innovazione digitale, sulla riconversione ambientale del sistema produttivo e sul lavoro di qualità. Invertire la tendenza che, negli ultimi anni, ha visto crescere le disuguaglianze nel mercato del lavoro, aumentare il lavoro precario e discontinuo non è solo possibile, ma obbligatorio”, conclude Tania Scacchetti.