Roma, 4 aprile - “Esprimiamo la nostra più ferma contrarietà riguardo alla decisione del Governo italiano di costituirsi parte civile a difesa della norma del Codice Rocco che punisce l'istigazione al suicidio. Si applichi la legge sul biotestamento”. È quanto dichiara Maria Gigliola Toniollo, responsabile Ufficio Nuovi Diritti Cgil nazionale.“Avevamo infatti salutato con grande favore la decisione della Corte d'Assise di Milano che, nel corso del processo a Marco Cappato, aveva ritenuto di rinviare alla Suprema Corte la questione sulla costituzionalità di quel reato”, sostiene Toniollo. “Un reato, mai dimenticarlo, inserito nel nostro ordinamento dal codice penale Rocco, partorito dal regime fascista e dal quale, oggi come non mai, sarebbe opportuno prendere le distanze”.Per la dirigente sindacale “dal momento dell'approvazione della legge sul biotestamento si è assistito a una serie di spiacevoli episodi, a partire dalle intemerate dichiarazioni del ministro Lorenzin su una presunta previsione di obiezione di coscienza, passando per gli inaccettabili e sospetti ritardi nell'emanazione delle norme applicative di quella legge. Per arrivare poi all'attuale inspiegabile posizione del Governo. Come se - continua - per farsi perdonare l'emanazione di un provvedimento da lungo atteso e finalmente varato, si volesse adesso accontentare la componente più reazionaria del nostro Paese e della nostra politica”.“Torniamo quindi a chiedere la piena applicazione della legge sul biotestamento - conclude Toniollo - a partire dall'istituzione dei Registri in tutti i Comuni”.
Biotestamento: Toniollo (Cgil), inspiegabile costituzione di parte civile del Governo su reato istigazione al suicidio
4 aprile 2018 • 12:58