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Dopo un lungo iter parlamentare, il Senato ha approvato ieri all’unanimità il nuovo accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera (prevedendo per la prima volta la reciprocità), così cambiano le regole per la tassazione dei lavoratori frontalieri tra Italia e Svizzera in vigore dal 1974.
Con l’approvazione definitiva del relativo disegno di legge in esecuzione dei seguenti Accordi:
- Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione Svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020;
- Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020;
- Norme di adeguamento dell'ordinamento interno anche secondo le prescrizioni del memorandum d’intesa del 23 dicembre 2020 tra MEF, OO.SS. confederali dei frontalieri e Associazione dei Comuni di frontiera afferente all’ANCI;
viene integralmente riformato il sistema fiscale per i nuovi lavoratori frontalieri che stipuleranno un contratto di lavoro a far data dall’entrata in vigore della nuova norma, lasciando inalterata la normativa per tutti coloro i quali svolgono o hanno svolto il lavoro frontaliero nel periodo ricompreso tra il 31/12/2018 e l’entrata in vigore dell’accordo medesimo (la cosiddetta clausola di salvaguardia), a valle della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e le comunicazioni conseguenti tra i Governi.
L’accordo contro le doppie imposizioni abbandona per i nuovi frontalieri il sistema della tassazione esclusiva in Svizzera in luogo di una tassazione concorrente e, grazie al primo accordo sindacale tra MEF, organizzazioni sindacali ed Associazione dei Comuni di frontiera, il cosiddetto Memorandum d’Intesa, riportato integralmente nel disegno di legge, introduce una serie di elementi perequativi volti a ridurre l’inevitabile distanza determinata dal trattato internazionale nel passaggio dalla vecchia alla nuova tassazione secondo il modello OCSE, a partire dall’incremento del credito d’imposta (franchigia) a 10.000 € (in luogo dei 7500 precedenti), la deducibilità dei contributi obbligatori per il prepensionamento, la non imponibilità degli assegni familiari erogati dal paese di lavoro, le nuove più favorevoli modalità di calcolo della Naspi. Tali norme si estendono a tutti i lavoratori frontalieri italiani nei nove paesi confinanti o limitrofi governati da analoghi accordi bilaterali.
Per le comunità locali dei c.ca 360 Comuni di frontiera nelle regioni confinanti con Ticino, Vallese e Grigioni, viene consolidata la garanzia del mantenimento delle risorse, dopo il superamento del sistema dei ristorni fiscali nel 2033, attraverso l’istituzione di un apposito fondo con dotazione pari a 89 milioni, unitamente alla creazione di un ulteriore fondo specifico per i progetti infrastrutturali e socio-economici, per oltre 220 milioni di euro a regime nel 2045, destinati ai territori rientranti nel limite dei 20 km dalla frontiera italosvizzera.
Le organizzazioni sindacali esprimono inoltre soddisfazione per l’istituzione del tavolo interministeriale tra MEF, MILAV, MAECI e parti sociali, per la definizione, tra l’altro, di uno Statuto del lavoro frontaliero che dia finalmente veste giuridica agli oltre 110.000 lavoratori italiani e stranieri che lavorano in Italia come personale transfrontaliero.
Resta il rammarico per il mancato completamento di una norma che risolvesse in via definitiva la questione del telelavoro ben oltre il termine del 30 giugno, per la quale le organizzazioni sindacali chiedono che si avvii al più presto un confronto con la Confederazione Elvetica utile ad individuare una soluzione strutturale per gli oltre 15.000 lavoratori frontalieri che, anche spinti dalla lunga fase pandemica, hanno modificato strutturalmente le proprie modalità di lavoro.
→ in allegato fascicolo integrale del DDL approvato il 31/5/23 al Senato sulla nuova norma fiscale sull’imposizione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera