Roma, 24 giugno – “L'esito del referendum in Gran Bretagna è la certificazione del fallimento delle politiche economiche e sociali dell'Europa, che - nel vivo della crisi che si prolunga da ormai quasi un decennio - hanno prodotto il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, l'attacco al modello sociale europeo, l'aggravarsi del debito pubblico nei paesi europei più in difficoltà, la crescita delle diseguaglianze e della povertà, l'aumento della disoccupazione (specie giovanile e femminile) a livelli che mai l'Europa aveva conosciuto”. Così in una nota la Cgil.
Secondo il sindacato di corso d’Italia: “Proseguire in questa direzione porterebbe al definitivo divorzio tra i cittadini e l’Unione Europea. Le scelte che la Commissione e i governi devono compiere sono chiare e urgenti: cambiare i trattati e le politiche. E’ necessario puntare sulla lotta alle diseguaglianze, sulle politiche sociali, sul welfare, sugli investimenti pubblici per la crescita, sull'occupazione stabile e di prospettiva legata a istruzione avanzata e formazione di qualità, sulla tutela dei diritti civili e del lavoro, sull’integrazione”. “Anche per la Confederazione Europea dei Sindacati - conclude la Cgil - siamo a un bivio: la Ces non può più rinviare la scelta di rilanciare la dimensione sociale dell'Europa, di pretendere il ritorno alla centralità del lavoro e del suo valore nel contesto europeo, di insistere sul cambiamento delle politiche economiche e sociali sbagliate della Commissione europea, di chiedere la ripresa del progetto di integrazione europea all'insegna dei valori della solidarietà e della condivisione e non della concorrenza tra i lavoratori e del dumping sociale tra i diversi Stati.Brexit: Cgil, o l’Europa rinasce sul lavoro o è inevitabilmente destinata al fallimento
24 giugno 2016 • 12:25