L'8 agosto 2024 si è svolta a Marcinelle, in Belgio, la 68ª commemorazione della tragica vicenda del 1956, in cui persero la vita 262 minatori, tra cui 136 italiani. Questo drammatico evento, che ha segnato la storia dell'emigrazione italiana, è stato ricordato dalla CGIL nazionale e dalle sue categorie, presenti per rendere omaggio alle vittime e riflettere sul significato di quella tragedia.

Quella di Marcinelle è stata seguita da un'altra tragedia meno conosciuta, ma altrettanto devastante: la tragedia di Mattmark. Il 30 agosto 1965, in Svizzera, una parte della montagna di ghiaccio di Alla si staccò, travolgendo i lavoratori impegnati nella costruzione della Diga di Mattmark. In quel tragico evento persero la vita 88 persone, tra cui 56 italiani, per la maggior parte provenienti dal sud Italia e dalla Calabria, di cui 7 originari di San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza.

Per non dimenticare la tragedia di Mattmark, l'Associazione ItaliaValais ha organizzato una cerimonia per commemorare il 59º anniversario, svoltasi il 31 agosto 2024 presso la Diga di Mattmark. All'evento hanno partecipato istituzioni, enti locali, rappresentanze diplomatiche e parlamentari e associazioni. Durante la cerimonia, il presidente del Comitato ad hoc, Domenico Mesiani, ha accolto i partecipanti, tra cui l'Ambasciatore d'Italia in Svizzera e il Console Generale, sottolineando l'importanza di ricordare e onorare le vittime di quel tragico evento.

Filippo Ciavaglia, dell'Area Politiche Europee e Internazionali della CGIL e presidente della III Commissione del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, ha sottolineato nel suo discorso che le commemorazioni di Mattmark, come quella di Marcinelle, non sono solo momenti di ricordo, ma anche occasioni per riflettere sull'importanza della sicurezza sul lavoro e sul valore del sacrificio di quegli uomini e donne. Ha, inoltre, evidenziato come la tragedia di Mattmark non sia solo un dramma legato al lavoro, ma una rappresentazione delle difficoltà che l'Italia del dopoguerra ha dovuto affrontare, contribuendo alla ricostruzione dell’Italia e dell’Europa.

Ciavaglia ha ribadito la necessità di rimuovere gli ostacoli alla sicurezza sul lavoro, promuovere una maggiore collaborazione istituzionale e stabilire regole più rigorose per garantire una sicurezza che coinvolga anche la sfera sociale. In conclusione, ha ricordato che circa 500.000 giovani italiani lasciano ancora oggi il paese non solo per mancanza di lavoro, ma anche per l'assenza di risposte adeguate alle loro aspettative economiche, professionali e sociali, sottolineando che il percorso per garantire dignità e sicurezza ai lavoratori è ancora lungo e richiede un forte impegno da parte delle istituzioni, delle associazioni imprenditoriali insieme alle organizzazioni sindacali.