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Dal prossimo 6 febbraio lavoratori frontalieri e pensionati residenti italiani a San Marino - scrive Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale frontalieri della CGIL - usufruiranno dei servizi dell’INCA CGIL, presso gli uffici della Confederazione Sammarinese del Lavoro, CSDL.
Al già consolidato, storico e lungo rapporto tra le nostre organizzazioni sindacali nato nel dopoguerra, si aggiunge un altro importante tassello dei servizi di patronato (auspicabilmente come provvedimento ponte verso la costituzione di un’associazione INCA San Marino sulla falsa riga di quanto avviene in larga parte del mondo), dopo quello della tutela sindacale garantita dalle organizzazioni sanmarinesi nei luoghi di lavoro per i poco meno di 7000 frontalieri italiani presenti quotidianamente nella Repubblica del Titano.
Punto di volta l’accordo di doppia affiliazione sottoscritto lo scorso 1° settembre a San Marino tra la CSDL del segretario generale Enzo Merlini, le Camere del lavoro di Cesena-Forlì, Rimini, Pesaro, le strutture regionali della CGIL Emilia-Romagna e Marche ed il dipartimento internazionale nel suo comparto del lavoro transfrontaliero; accordo sugellato dalla firma di Maurizio Landini.
L’accordo di doppia affiliazione di frontiera quindi, che considera gli iscritti ad una organizzazione analogamente iscritti all’altra (terzo nel suo genere dopo quello rinnovato con gli svizzeri di UNIA nel 2019 e con i maltesi del GWU nel 2021), non rappresenta semplicemente un decalogo di buon vicinato, bensì affonda le sue ragioni nel comune sentire rispetto ai temi della tutela e dei diritti del lavoro, al contrasto alle diseguaglianze, all’idea di un’Europa più equa e meno austera e lontana da una certa propensione isolazionista di ritorno degli stati (e che vede impegnata San Marino in un tortuoso ed incerto percorso rispetto all’adesione alla UE). Ma anche ai valori della solidarietà e della pace; in altri termini, il partner dell’intesa non è mai casuale.
L’accordo giunge in un momento particolare del mondo del lavoro della piccola Repubblica a valle dello sconquasso generato delle “riforme” del sistema bancario degli anni passati, nel corso della lunga ed irrisoluta discussione sulla sostenibilità del debito pubblico (e le legittime preoccupazioni per i fondi pensione di primo e secondo pilastro dei lavoratori dipendenti), a monte di un’importante riforma del lavoro divenuta legge lo scorso ottobre i cui effetti sarà interessante osservare in un paese che vanta l’ineguagliabile primato della garanzia erga omnes della contrattazione collettiva e della certificazione della rappresentanza sindacale.
L’intesa giunge anche a valle delle nuove regole introdotte dal recente accordo Italia-Svizzera sull’imposizione fiscale convertito a luglio che, integrato dall’intesa sindacale che ha introdotto misure perequative, le ha estese a tutti i frontalieri dei nove confini italiani ed a monte della convocazione del primo tavolo interministeriale sulla stesura di uno statuto dei lavoratori frontalieri.
La più stringente cooperazione con l’esperienza in materia di CSDL (7000 frontalieri rispetto ad una popolazione di 32.000 abitanti), sarà utile anche in tal senso.