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Il 25 giugno si è svolta, in un clima di grande partecipazione e dialogo, la prima riunione nazionale dei Comitati Aziendali Europei CAE della Cgil. L'evento, ospitato dalla Camera del Lavoro di Milano ed organizzato con la Cgil Lombardia, ha visto la presenza di 70 partecipanti in presenza e 10 collegati online.
L'incontro è stato aperto dai saluti di benvenuto di Valentina Cappelletti, della segreteria della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, che ha sottolineato l'importanza di questo momento di incontro tra lavoratori che si occupano di rappresentare gli interessi di lavoratrici e lavoratori nelle multinazionali a livello europeo e dell’importanza del loro ruolo nel quadro del dialogo sociale europeo.
E’ intervenuto quindi Alessandro Pagano, segretario generale della Cgil Lombardia, che ha evidenziato l'obiettivo di rafforzare i legami tra i lavoratori di diversi Paesi per promuovere una maggiore unità e solidarietà all'interno dell'Unione Europea, anche alla luce degli esiti delle recentissime elezioni europee e nella prospettiva futura della composizione delle istituzioni europee.
A seguito dell’introduzione alle ragioni che hanno determinato l’organizzazione di questo incontro, con la proposta di percorsi ed argomenti da approfondire insieme a categorie e territori a cura di Monica Ceremigna, dell’area delle politiche europee e internazionali Cgil, è stato dato spazio alle voci dei componenti CAE.
La discussione è stata vibrante e partecipata, con 18 interventi che hanno coperto una vasta gamma di temi cruciali per il futuro dei rappresentanti dei lavoratori nelle multinazionali e delle relazioni industriali in Europa. Tra i punti chiave trattati la parte più rilevante ha riguardato i diritti di informazione e consultazione attribuiti ai CAE e le relative relazioni sindacali. Le diverse condizioni di lavoro nei vari Paesi europei richiedono conoscenza e preparazione adeguata dei componenti dei CAE, è dunque necessario sviluppare approfondimenti e formazione. Cruciale è il collegamento con le strutture sindacali, poiché possono avviare processi di negoziazione su questioni cui i CAE hanno diritto ad essere informati e consultati.
Molte azioni di lotta sono state promosse con successo dai CAE, così come interessanti iniziative di solidarietà transnazionale ed altre attività non propriamente confinate ai diritti di informazione e consultazione dei CAE, che ne rafforzano il valore ed il potenziale strategico.
È stato rilevato che l’accordo CAE dovrebbe prevedere tempi per la partecipazione e lo svolgimento delle attività correlate al funzionamento del CAE stesso, senza interferire con la vita privata di chi ne fa parte. Determinante il ruolo giocato dalla doppia transizione – ecologica e digitale - che sta rivoluzionando il mondo del lavoro. È vitale garantire che in questo contesto in rapido mutamento le multinazionali forniscano nei tempi e nelle modalità adeguate tutte le informazioni necessarie ai CAE e che essi siano integrati nell’operatività delle strutture sindacali, affinché si possa intervenire e i diritti dei lavoratori siano rispettati e garantiti.
Nel corso della riunione, è emersa chiaramente la necessità di una collaborazione più stretta e coordinata tra i CAE e le strutture sindacali di categoria, dei territori, delle catene di fornitura. Questa prima riunione dei CAE della CGIL non è solo un passo avanti per la creazione di una rete, ma rappresenta anche un'opportunità unica per giocare un ruolo centrale nel futuro delle relazioni sindacali.
La segretaria confederale della CGIL Francesca Re David, presente all'incontro, ha concluso l’incontro sottolineando l'importanza di continuare a lavorare insieme per affrontare le sfide comuni e costruire un'Europa del lavoro più forte e solidale. La prima riunione nazionale dei Comitati Aziendali Europei della CGIL ha sottolineato una rinnovata volontà di collaborazione all’interno della confederazione. Con l'impegno e la partecipazione attiva dei CAE, dei sindacalisti di categoria, territorio, si potrà essere pronti a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere i diritti dei lavoratori.