Roma, 17 marzo - “È da molto tempo che ci battiamo perché in Europa venga attuata una politica di convergenza dei salari. Un'urgenza che parte dal bisogno di rispondere a delocalizzazioni e dumping derivanti da retribuzioni profondamente diseguali all'interno della stessa Unione. Un tema fondamentale per avanzare un programma di Europa sociale”. Così scrive
Susanna Camusso, responsabile Politiche europee e internazionali della Cgil, nel suo
intervento su Collettiva.it in occasione dell’iniziativa
“Verso una direttiva europea su salari minimi e contrattazione. Quali prospettive per la convergenza con l’Unione”, in
diretta a partire dalle ore 9.30 su
Collettiva e sulla pagina
Facebook della Cgil nazionale. Partecipa il segretario generale della Cgil
Maurizio Landini.“L’Europa non può intervenire direttamente sulle retribuzioni ed i modelli contrattuali, ma – spiega la dirigente sindacale – può definire i riferimenti affinché i salari minimi siano frutto di accordo tra le parti e per diffondere la contrattazione collettiva settoriale”. “Ragionare di una direttiva europea – sostiene – ci impone di articolare il pensiero proprio tenendo conto di tutte le differenze e mantenendo come obiettivo fondamentale e comune l'innalzamento dei salari”. Un obiettivo che, grazie al contributo del sindacato italiano poi assunto dalla Ces, come sottolinea Camusso riguarda “tutte le lavoratrici e i lavoratori indipendentemente dalla tipologia di lavoro o contratto che hanno”. “Tenendo ben presente – aggiunge – che la questione salariale è solo una parte del tutto e che è la contrattazione collettiva ad avere un più ampio raggio d’azione intervenendo non solo sui compensi ma anche su orari, diritti e condizioni di lavoro”.Per l’intervento di Susanna Camusso
Collettiva.itScaricaIl testo della
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea
Slide Dr. Torsten MüllerSlide Salvatore MarraLa
locandina dell'iniziativa