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La conferenza "Convergenza tra gli attori interessati ad una maggiore sicurezza della mobilità delle donne" si è tenuta a Cotonou, Benin, dal 25 al 26 luglio 2024 ed è stata promossa dal gruppo di lavoro donne sindacaliste della RSMMS.
Grazie al sostegno della Fondazione Friedrich Ebert (FES) di Tunisia e Benin, si sono riunite oltre 40 rappresentanti di organizzazioni sindacali, della società civile e internazionali, tra cui OIL, OIM, CSI, ECOWAS, Unione Africana, UN Women e rappresentanti del governo del Benin.
Le partecipanti provenivano da Marocco, Tunisia, Senegal, Niger, Costa d'Avorio, Libano, Kenya, Italia, Spagna, Mali, Capo Verde, Guinea Bissau e Togo. La conferenza mirava a condividere esperienze sindacali e associative in Africa, Europa e Asia, promuovendo un approccio di genere alla mobilità e affrontando le sfide specifiche delle donne migranti.
Durante l'apertura,
Iris Nothofer della FES Benin ha sottolineato l'importanza della migrazione e della mobilità in Africa occidentale come fonte di ricchezza e sviluppo, richiedendo una buona governance e meccanismi di protezione, soprattutto per le donne che rappresentano quasi metà dei migranti mondiali, spesso impiegate in settori informali e precari. Inoltre, ha aggiunto, che la migrazione e la mobilità costituiscono una fonte di ricchezza, progresso e sviluppo: "Affinché questa migrazione sia vantaggiosa per tutti, abbiamo bisogno di una buona governance della migrazione, di un quadro giuridico favorevole e di adeguati meccanismi di coordinamento e protezione”.Anselme Amoussou della CSI Africa e coordinatore della Piattaforma multi-stakeholder sulla migrazione in Benin, ha elogiato lo svolgimento di questa "importante attività" che "creerà e rafforzerà gli sforzi comuni finalizzati ad una maggiore protezione delle donne migranti nel mondo”.
La vicepresidente del Benin, Mariam Chabi Talata, ha affermato che il mondo "che ama la pace, la giustizia e l'uguaglianza" si aspetta molto da questo incontro di Cotonou. Certamente non porterà immediatamente all'eliminazione delle disuguaglianze subite dalle donne immigrate, ma contribuirà a renderle più vitali e ad accelerare le dinamiche, la strategia e il meccanismo di correzione". “Un mondo più sicuro per le donne migranti è possibile", se tutti gli attori del mondo si sentono responsabili del suo sviluppo.
Per la CGIL, ha partecipato Vanessa Marchese, coordinatrice dell’Inca CGIL in Senegal, con un intervento su “Migrazione legale, regolare, ma non così sicura”, trattando il tema “Le sfide del sostegno alla diaspora nei paesi d'origine: ruolo e competenze dell'INCA”. Ha presentato una panoramica delle attività in corso finalizzate a garantire protezione e assistenza in materia di sicurezza e prestazioni sociali, descrivendo inoltre l'impegno della CGIL nella politica migratoria.
Ha evidenziato come la CGIL, con oltre 5 milioni di tesserati, di cui quasi 50.000 immigrati, è il sindacato più scelto dagli immigrati in Italia. “Dal 1990, la CGIL è il punto di riferimento per i migranti e le loro comunità. L'Inca, patronato della CGIL, è presente in 5.000 comuni italiani e in 25 paesi nel mondo, inclusi Senegal, Marocco e Tunisia”. L'immigrazione è, infatti, una questione centrale per la CGIL, come sancito dall'articolo 1 del suo statuto che afferma: "La CGIL è un’organizzazione multietnica.”
La conferenza, dopo aver fatto il punto sulle condizioni delle donne migranti in Africa e fuori dall'Africa, ha offerto nuovi elementi e linee di lavoro da parte del movimento femminista e sindacale. Le raccomandazioni di questa conferenza saranno analizzate della rete RSMMS per dare continuità al gruppo di lavoro delle donne della rete.