Alla presenza della società civile, il Gruppo di lavoro aperto intergovernativo delle Nazioni Unite sull’invecchiamento (Open-Ended Working Group on Ageing, OEWG), si è riunito a New York dal 19 al 25 maggio 2024, per la 14ma sessione.

Preceduto da una storica richiesta delle organizzazioni non governative, il Gruppo è stato istituito nel 2010 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per esaminare l'attuale quadro internazionale dei diritti umani delle persone anziane, identificarne le lacune e il modo migliore per affrontarle, anche valutando l’adozione di nuovi e ulteriori strumenti e misure. Quest’anno, per la prima volta, lo SPI vi ha attivamente partecipato, accreditandosi anche con lo status consultivo di cui gode la CGIL presso l’ONU.

L'OEWG opera attraverso un ufficio di presidenza, composto a rotazione da rappresentanti di cinque Stati membri e che gestisce il lavoro. La presidenza di quest’anno è stata composta da Argentina, Filippine, Canada e Slovacchia.

Le NGOs in rappresentanza della popolazione anziana

In questa sede, la società civile è coordinata da Garop, l'Alleanza globale per i diritti degli anziani, una rete di oltre 400 organizzazioni in tutto il mondo, unite nel lavoro di rafforzamento e promozione dei diritti delle persone anziane. La missione istitutiva è sostenere e accrescere l'impegno degli Stati membri e delle istituzioni nazionali per i diritti umani a livello nazionale, regionale e internazionale intorno a una Convenzione sui diritti delle persone anziane. All’interno dell’Unione Europea, svolgono un ruolo di primo piano, legittimamente riconosciuto dalle istituzioni della UE, BAGSO, cioè la rete tedesca, e Age Platform Europe.

Esito e prospettive del Gruppo di lavoro UN

Nonostante siano passati quattordici anni dall’avvio dell’OEWG, l’invecchiamento demografico costituisca oggi un elemento di trasformazione profonda di tutte le società e non esista uno strumento normativo internazionale a tutela dei diritti delle persone anziane, paradossalmente le richieste della società civile incontrano ancora molti ostacoli e scarsa considerazione da parte dei Governi, compresi quelli dell’Unione Europea. Appare piuttosto complicata la geografia delle postazioni dei vari Paesi ed aree, che in buona parte hanno preferito trincerarsi dietro linguaggi ambigui e oscuri.

Lo scorso anno, con l’intento di superare l’esistente fase di stallo che si protraeva da troppo tempo nelle discussioni tra i Governi, sono stati nominati due co-facilitatori (da Portogallo e Brasile), con il compito di redigere un documento conclusivo.

Questo testo raccoglie i commenti, le sollecitazioni e le richieste del Gruppo. Il presupposto da cui parte è proprio il riconoscimento che è necessario prestare maggiore attenzione alle sfide globali e specifiche, che riguardano le persone anziane anche nel campo dei diritti umani, osservando che tra il 2022 e il 2030 il numero di persone di età pari o superiore a 60 anni crescerà del 31%. Questo aumento sarà maggiore e più rapido nei Paesi in via di sviluppo. Il testo include una serie di raccomandazioni dirette agli Stati membri, tra cui quella di prendere in considerazione, insieme ad altre opzioni, la possibilità di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per promuovere, proteggere e garantire il riconoscimento e la realizzazione, su base paritaria, di tutti i diritti umani delle persone anziane.

Alla fine della 14ma sessione, il Gruppo ha approvato, per consenso, queste raccomandazioni, che saranno quindi trasmesse e sottoposte al voto dell’Assemblea generale (AG) delle Nazioni Unite.

Conclusioni

Formalmente, l’OEWG ha concluso il suo mandato e sarà adesso l’AG delle Nazioni Unite a stabilire il seguito. Questo significa che la questione potrebbe passare all’esame del Consiglio dei Diritti Umani delle UN (Ginevra) oppure divenire oggetto di dibattito in un periodico incontro di alto livello (High Level Meeting, HLM) delle UN.

Dopo ben quattordici anni, non è certo un risultato lusinghiero per i Governi, che tengono nell’ombra e danno l’idea di sottovalutare una così ampia fascia di popolazione e di relativi bisogni.

Per altro verso, non va neanche ignorato che, attraverso questa via, si è tenuta la questione “invecchiamento” nell’agenda della comunità internazionale, in un momento in cui quest’ultima segna un vero e proprio arretramento, se non una deriva, nella cultura e nel campo dell’affermazione dei diritti umani.