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I sindacati dei Paesi del G7, Labour 7 (L7), hanno presentato al G7 una dichiarazione congiunta in cui chiedono che la giustizia sociale sia posta al centro della cooperazione internazionale e denunciano l’impatto negativo delle politiche di austerità e dell’aumento delle spese militari sugli investimenti sociali, mentre i lavoratori affrontano una crisi del costo della vita.
Nella dichiarazione, rilasciata in occasione del vertice dei ministri degli Esteri del G7 in Canada, il Labour 7 esorta il G7 a rafforzare la contrattazione collettiva, aumentare i salari e garantire una transizione equa verso economie a zero emissioni, assumendosi la responsabilità delle emissioni storiche con maggiori finanziamenti per il clima. Inoltre, chiede di tutelare i diritti dei lavoratori nell’era digitale, assicurando un utilizzo equo dell’intelligenza artificiale.
Per colmare il divario nei finanziamenti agli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibili, propone una riforma finanziaria globale e il rispetto dell’impegno dello 0,7% del PIL per lo sviluppo, evidenziando il Giubileo 2025 come occasione per la cancellazione del debito.
Infine, Labour 7 sollecita misure contro la disuguaglianza, tra cui una tassa patrimoniale globale sugli ultraricchi, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie e un’imposta sulle plusvalenze delle imprese multinazionali, e ribadisce l’importanza del multilateralismo e del dialogo sociale con le parti sociali per affrontare le sfide globali.
Di seguito la versione in italiano e in inglese del documento.
→ Dichiarazione sindacale del Labour 7 al G7
→ Labour 7 Statement to the G7