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Il 12 giugno è stato lanciato durante la Conferenza Internazionale del Lavoro in corso a Ginevra, in Svizzera, l’undicesima edizione dell’Indice dei diritti globali 2024 della Confederazione Sindacale Internazionale. Sono intervenuti diversi rappresentanti sindacali che hanno presentato contributi e testimonianze sulle violazioni dei diritti subiti dalle lavoratrici e dai lavoratori in alcuni paesi classificati i peggiori al mondo per le condizioni di lavoro particolarmente gravi.
L'Indice dei diritti globali è l'unico database completo nel suo genere che documenta le violazioni dei diritti dei lavoratori riconosciuti a livello internazionale. Offre un’analisi completa dei diritti dei lavoratori nella legislazione, classificando 151 Paesi in base a un elenco di 97 indicatori derivanti dalle convenzioni e dalla giurisprudenza dell’OIL. Le violazioni vengono documentate annualmente da aprile a marzo.
I Paesi sono classificati in gruppi da 1 a 5+, a seconda del grado di rispetto dei diritti dei lavoratori. Di seguito sono raffigurate le cinque valutazioni: 1 è la valutazione migliore e 5+ è la peggiore che un Paese possa ricevere.
Il lancio dell’Indice dei diritti globali 2024 avviene in un anno in cui quattro miliardi di persone sono chiamate al voto e rivela una realtà preoccupante: i valori democratici e i diritti fondamentali che la maggior parte dei paesi si sono impegnati a rispettare stanno deteriorandosi a un ritmo allarmante. I risultati dell'Indice di quest'anno evidenziano l'urgente necessità di agire per proteggere i diritti dei lavoratori e, per estensione, anche lo stato di salute della democrazia nel mondo.
I peggiori trasgressori
Quest'anno, i dieci paesi peggiori per i lavoratori sono: Bangladesh, Bielorussia, Ecuador, Egitto, Eswatini, Guatemala, Myanmar, Filippine, Tunisia e Turchia. (Guarda il video)
Omicidi di Sindacalisti: ventidue sindacalisti sono stati uccisi in sei paesi: Bangladesh, Colombia, Guatemala, Honduras, Filippine e Repubblica di Corea.
Crollo dello Stato di diritto: dodici paesi sono classificati 5+ a causa del crollo dello stato di diritto.
Violazioni Diffuse
Tredici Paesi hanno ottenuto le valutazioni peggiori: Costa Rica, Finlandia, Israele, Kirghizistan, Madagascar, Messico, Nigeria, Qatar, Federazione Russa, Arabia Saudita, Sudan, Svizzera.
L'Indice evidenzia violazioni diffuse dei diritti dei lavoratori a livello globale:
Diritto di Sciopero: l'87% dei paesi ha violato il diritto di sciopero.
Contrattazione Collettiva: il 79% dei paesi ha violato il diritto alla contrattazione collettiva.
Adesione ai Sindacati: il 75% dei paesi ha escluso i lavoratori dal diritto di costituire o di aderire a un sindacato.
Registrazione dei Sindacati: il 74% dei paesi ha ostacolato la registrazione dei sindacati.
Accesso alla Giustizia: nel 65% dei paesi, i lavoratori non hanno avuto accesso alla giustizia o questo è stato limitato.
Libertà di Parola e Assemblea: il 43% dei paesi ha limitato la libertà di parola e di assemblea. Arresti e Detenzioni: i lavoratori sono stati arrestati e detenuti in 74 paesi.
Violenza: i lavoratori hanno subito violenze in 44 paesi.
Disparità Regionali
L'Europa, un tempo baluardo dei diritti dei lavoratori, ha visto la sua valutazione media passare a 2.73, rispetto a 2.56 nel 2023 e 1.84 nel 2014. Questo rappresenta il declino più rapido registrato a livello regionale negli ultimi dieci anni.
Il Medio Oriente e il Nord Africa rimangono le regioni peggiori per i lavoratori, con una valutazione media di 4.74, un peggioramento rispetto a 4.53 nel 2023 e 4,25 nel 2014. In queste regioni, i diritti alla contrattazione collettiva, all'adesione a un sindacato e alla registrazione di un sindacato sono stati violati da tutti i paesi.
Il segretario generale dell’ITUC – CSI, Luc Triangle, ha sottolineato che, nonostante alcuni modesti miglioramenti (Come in Romania e in Brasile), la tendenza generale è un attacco incessante alle libertà civili, ai diritti dei lavoratori e agli interessi dei lavoratori.
Questa situazione si svolge sullo sfondo di una crisi del costo della vita devastante, di stravolgimenti tecnologici che stanno cambiando il mondo del lavoro e dei crescenti conflitti globali violenti. Triangle afferma che solo un movimento veramente democratico può affrontare queste tendenze in modo sostenibile. Questo movimento deve trascendere i confini, i settori, le età, i generi, le etnie e le religioni per spostare l'equilibrio di potere in ogni luogo di lavoro, paese e istituzione globale.