Roma, 5 giugno - “Esprimiamo forte preoccupazione per l'escalation di violenza verificatasi negli ultimi giorni in Sudan e facciamo appello a tutte le Istituzioni nazionali e sovranazionali affinché prevalgano il dialogo e la non-violenza. Le uccisioni degli ultimi giorni e le accuse del Consiglio militare di transizione (CMT) nei confronti dei manifestanti sono un pessimo segnale per la cittadinanza e per il movimento di liberazione”. È quanto si legge in una nota della Cgil Nazionale.“Ci uniamo quindi - prosegue la nota - alle numerose Istituzioni, organizzazioni sindacali e ONG nella richiesta di rispetto per la libertà di espressione e di protesta. Condanniamo l'uso di qualsiasi forma repressiva e violenta nei confronti dei manifestanti e chiediamo alle Istituzioni internazionali di monitorare la situazione a garanzia dell'incolumità delle persone e delle libertà individuali”.Per la Confederazione “una vera rinascita del Paese può partire solo dalla ricostruzione di un tessuto socio-economico fondato sul rispetto dei diritti fondamentali umani e sindacali delle persone e delle lavoratrici e dei lavoratori. Per conseguire ciò, occorre un dialogo sociale con le rappresentanze datoriali e con organizzazioni sindacali libere e indipendenti da ogni autorità istituzionale o forza politica. Per questo, condanniamo con fermezza la decisione del CMT di congelare tutte le organizzazioni sindacali sudanesi in violazione delle convenzioni OIL 87 e 98”.“Il Sudan - conclude la nota - ha bisogno di pace, democrazia, rispetto dei diritti umani e di politiche di crescita e di uguaglianza”.