Abbiamo incontrato il Ministro per il Sud Lezzi congiuntamente a delegati del Ministero del lavoro e dello sviluppo economico, per un confronto informale sulle politiche che il Governo intende attuare per il Mezzogiorno, anche nella Legge di Bilancio. Dal confronto è emersa la volontà di confermare buona parte degli strumenti di incentivo per l’occupazione e gli investimenti privati ereditati dalla scorsa legislatura (principalmente il Bonus Occupazione sud e il Credito d’imposta investimenti), alcuni interventi tesi al miglioramento della capacità di spesa delle risorse europee e un impegno all’attuazione della clausola del 34% della spesa pubblica da indirizzare nelle regioni del sud, misura anch’essa prevista dal precedente Governo, con la volontà di allargare la previsione anche agli investimenti di ANAS e RFI. Non abbiamo colto, invece, nelle parole del Ministro, la volontà di un cambio di passo reale nelle politiche per il Mezzogiorno, che rimetta al centro il tema degli investimenti pubblici, dimezzati rispetto ai livelli pre-crisi ed uno dei veri punti deboli della manovra di bilancio. È apprezzabile naturalmente la volontà di riequilibrare le risorse ordinarie destinate al Sud, ma crediamo che questo sia solo una premessa, certo indispensabile, cui poi deve far seguito una politica di sviluppo complessiva, orientata anzitutto alla creazione di buona occupazione e incentrata sui pilastri che molte volte abbiamo condiviso e che riteniamo precondizioni: l’infrastrutturazione materiale e immateriale, le infrastrutture sociali, cuola e sanità in primis, un piano per la messa in sicurezza e la cura del territorio, la transizione energetica come fattore di innovazione di tutte le filiere produttive. Tali linee di investimento, affiancate da una rinnovata governance delle politiche di sviluppo incentrata su una “nuova IRI”, sarebbero capaci di generare occupazione e produrrebbero moltiplicatori positivi nei territori.Ancora una volta, invece, ci pare che nelle intenzioni si faccia fin troppo affidamento sulla capacità degli incentivi finanziari di stimolare gli investimenti privati e l’occupazione e quindi sull’attivazione delle risorse endogene ai territori; una politica già sperimentata che crediamo abbia mostrato ampiamente i propri limiti e che continuiamo a ritenere, da sola, del tutto insufficiente a colmare il grave divario del Mezzogiorno.Su altri due temi fondamentali come il rafforzamento della pubblica amministrazione in termini di organico e sulla valorizzazione degli atenei e della ricerca nel meridione, abbiamo avuto segnali di condivisione, che auspichiamo possano trovare un qualche riscontro in politiche concrete.Dal punto di vista delle risorse è certamente positivo cercare di razionalizzare l’attuazione dei programmi europei ed aumentare la capacità di spesa delle amministrazioni, purché le semplificazioni non riguardino norme fondamentali di tutela della legalità, della salute e del lavoro; ma per una politica di coesione davvero efficace serve anche investire bene le risorse nazionali: il Ministro Lezzi ha richiamato l’ipotesi di una riprogrammazione di parte delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, mantenendone il vincolo territoriale; crediamo sia una iniziativa che può essere utile se si riprogramma in sinergia con le Regioni e in condivisione con le parti economiche e sociali ma serve una visione sovra-regionale, concentrando le risorse su obbiettivi ed interventi capaci realmente di generare una dinamica di sviluppo. A proposito abbiamo nuovamente sollecitato un maggior coinvolgimento delle parti sociali nella Cabina di Regia del Fondo Sviluppo e Coesione.L’impegno con il Ministro è di continuare il dialogo in vista delle prossime scadenze nazionali ed europee, proseguiremo quindi il confronto in sinergia con la Piattaforma unitaria sulla prossima Legge di Bilancio appena discussa negli esecutivi congiunti delle nostre organizzazioni, nella quale le politiche  per il Mezzogiorno sono uno dei sei temi prioritari individuati.