La recrudescenza del virus nella sua nuova variante che, in questa fase sta colpendo un numero elevato di alunni, impone misure adeguate e tempestive ed esige chiarezza di indicazioni alle scuole che si trovano a fronteggiare questa grave situazione, peraltro il cui rischio era prevedibile e già da noi paventato durante i mesi estivi.
A fonte di ciò, sulla scuola il Governo e il Ministero dell’Istruzione non hanno messo in campo alcuna strategia adeguata a contrastare in maniera significativa l’espandersi incontrollato del contagio nelle scuole. L’eliminazione dell’obbligo del distanziamento interpersonale di almeno un metro, il reiterato rifiuto di stanziare le risorse necessarie per realizzare lo sdoppiamento delle classi e per ridurre il rapporto alunni/classe, sono scelte esemplari che, da un lato, smentiscono le ormai consuete  dichiarazioni del Ministro dell’istruzione sulla centralità della scuola per le politiche di sviluppo del sistema Paese, e, dall’altro,  evidenziano che risparmiare gli investimenti sulla scuola è considerato più importante della salute e sicurezza di chi vi opera quotidianamente. Le proposte sul ripristino di presidi sanitari nelle scuole, su investimenti per potenziare e ampliare il trasporto scolastico dedicato, non hanno mai avuto ascolto. Il tracciamento è stato solo scritto nelle norme ma di fatto mai realizzato, mentre i dati attendibili sui contagi nelle scuole non sono pervenuti. 

Il 10 gennaio è alle porte. Al fine di individuare una strategia di contrasto alla pandemia è necessario attivare immediatamente il tavolo di confronto sulla sicurezza in materia di tutela della salute contro il COVID 19 nella scuola. Non è più il tempo di “pareri” come quelli finalizzati alla gestione dell’obbligo vaccinale di cui al Decreto legge 172/2021 che hanno lasciato nell’incertezza i dirigenti scolastici responsabili del rispetto dell’obbligo da parte del personale.

Misure da adottare per fronteggiare la variante Omicron. 
Serve certamente un intervento straordinario sulla scuola nella consapevolezza che obbligo vaccinale per tutta la popolazione è chiaramente lo strumento più idoneo adeguato e giusto per affrontare questa emergenza sanitaria in tutti i contesti, a partire da una campagna che preveda la possibilità di vaccinarsi a scuola con l’attivazione di un presidio sanitario dedicato.  
Servono da subito quelle misure che già avevamo individuato nei mesi scorsi e che sono state ignorate, dallo screening anche a campione, mai realizzato per quanto previsto dal Protocollo sicurezza firmato dalle OOSS nel mese di agosto scorso.

Avere - nei fatti - eliminato tutte le misure di distanziamento aggrava la situazione, per questo chiediamo che si ripristinino gli interventi di sdoppiamento delle classi e di contenimento del numero di alunni per classe.

Riteniamo non accettabili soluzioni quale l’adozione della didattica da remoto solo per i non vaccinati, anche tenuto conto della minore età degli studenti e delle differenze tra regione e regione nell’avanzamento della campagna vaccinale per gli under 12 ( ad oggi solo per 11% risultano vaccinati); ciò determinerebbe differenze inaccettabili. Non possiamo escludere a priori l’utilizzo della didattica digitale integrata, naturalmente per il periodo di tempo più limitato possibile a fronte dell’aumento dei contagi e in specifiche situazioni. Quello che non può accadere è che l’attivazione di questo strumento sia lasciata alla decisione delle singole regioni, serve una cornice nazionale.

In una situazione di emergenza, infatti, non possiamo  escludere a priori nessuno strumento, se l’obiettivo è quello di limitare i contagi e garantire il diritto all’istruzione: occorre, senza atteggiamenti ideologici, usare con pragmatismo  una molteplicità soluzioni garantendo un sostegno reale alle famiglie e ampliando l’utilizzo dello smart working per le attività realizzabili in tale modalità.  
Naturalmente sottolineiamo che uno dei principali nodi irrisolti rimane il contenimento dei contagi nel trasporto pubblico. 

Le indicazioni contenute nel DL n. 229 del 30 dicembre scorso relativamente all’eliminazione della quarantena precauzionale dei contatti stretti che hanno completato il ciclo vaccinale, potrebbero rivelarsi di difficile gestione nelle scuole, a causa della difficoltà delle ASL a rispettare la tempistica prevista dal decreto. 

Occorre pertanto prevedere la fornitura gratuita di mascherine FFP2 per tutto il personale scolastico e gli studenti.

Personale soggetto all’obbligo vaccinale. 
L’elenco dei lavoratori a cui non si deve chiedere di adempiere all’obbligo vaccinale contenuto nell’ultima nota del Ministero dell’Istruzione lascia le scuole nell’incertezza operativa ed espone i dirigenti scolastici a contenziosi defatiganti e inopportuni in questo difficile momento. 
Va chiarito che l’ingiunzione a vaccinarsi deve riguardare il personale che presta servizio effettivo, escludendo chi non è tenuto alla presenza a scuola a qualsiasi titolo.   
 
Utilizzo del personale esentato dall’obbligo vaccinale. 
Esistono strumenti di legge e negoziali che hanno chiarito che il personale docente in esenzione di obbligo vaccinale può essere utilizzato in altri compiti. I suddetti pareri ministeriali hanno seminato confusione: al  fine di adottare determinazioni decisionali in merito, hanno chiamato in causa soggetti (Medico competente e Responsabile della Sicurezza e Prevenzione Protezione - RSPP) a cui il decreto non ha attribuito nessun compito e che non infondatamente si ritraggono da pareri non dovuti. E hanno inoltre indicato attività sostitutive a dir poco improbabili per chi conosce la realtà concreta scolastica.

Sostituzione del personale docente esentato dall’attività di insegnamento curriculare. 
Vari problemi insorgono su come sostituire il personale assente legittimamente (in attesa di vaccino o perché proprio non obbligato in quanto esente). Poiché in ogni caso tale personale non può svolgere attività didattica, esso, a nostro parere, va sostituito fin dal primo giorno di assenza del titolare con supplente che naturalmente deve essere in condizioni di aver assolto o di assolvere all’obbligo vaccinale.

Personale guarito dal Covid-19
È necessario inviare alle scuole indicazioni rispetto al trattamento dei soggetti guariti dall’infezione dal Covid-19 da meno di 6 mesi, i quali di fatto sono immunizzati e dovrebbero essere esclusi dai controlli ma, allo stato attuale, non risultano in regola con gli adempimenti vaccinali nella piattaforma deputata al controllo. 

Gestione organico Covid
La proroga dei contratti del personale docente e ATA prevista dalla legge di bilancio fino al 31 marzo è una prima misura utile (ha evitato il licenziamento in tronco di migliaia di persone) ma non  è sufficiente a garantire la continuità del servizio. Occorre prevedere innanzitutto per via legislativa l’utilizzo dei risparmi di spesa di questo capitolo ma anche l’ulteriore copertura finanziaria fino al termine dell’attività didattica.

Rescissione contratto supplenti nominati al posto dei non vaccinati 
La legge prevede la rescissione immediata del supplente del personale sospeso in caso di adempimento dell’obbligo. Va previsto attraverso un intervento emendativo in sede di conversione del Dl 172/2001 un congruo preavviso in analogia a quanto già avvenuto per la precedente sospensione del personale privo per 5 giorni del certificato verde base. 

Esami di stato
In questo ambito occorre, sia pur con provvedimento specifico come previsto dalla normativa, valutare attentamente quale sia la migliore decisione da prendere in stretta relazione con l’andamento dell’epidemia nei prossimi mesi, se effettuare cioè la proroga delle misure già adottate l’anno passato o attuare delle variazioni di avvicinamento alle normali procedure di esame.  

Provvedimento specifico sulla scuola
Stante la crescente complessità della gestione dei provvedimenti relativi al sereno svolgimento delle attività scolastiche sarebbe fondamentale lavorare da subito per ottenere un provvedimento ad hoc sulla scuola. Sarebbe auspicabile una forte convergenza delle forze parlamentari e governative in questa direzione, anche per risolvere i nodi irrisolti lasciati dopo la legge di bilancio 2022.