Roma, 18 gennaio - “Si ripropone un uso improprio della psichiatria, che obbligava al ricovero non solo i malati di mente, ma anche le persone con disagio sociale”. Così la Cgil Nazionale e la Cgil Roma e Lazio commentano l’ipotesi ventilata dal Comune di Roma di prevedere il Trattamento Sanitario Obbligatorio per i senza fissa dimora che rifiutano il ricovero per l’emergenza freddo.“La legge 180, attuando il dettato costituzionale, ha abolito - ricorda la Cgil - proprio le norme sui ricoveri coatti e regolato, per situazioni eccezionali e solo in caso di malattia mentale, l’uso del TSO; nulla è ovviamente previsto per i clochard. Per assistere le persone in condizione di estrema emarginazione, per prevenire le tragiche morti che avvengono in strada, bisogna offrire prestazioni sociali per garantire dignità e diritti: alloggio, cibo, vestiti, calore, e non privarle della libertà personale”.“L’amministrazione capitolina - conclude la Cgil Nazionale e la Cgil Roma e Lazio - farebbe meglio ad ascoltare le associazioni impegnate da anni ad assistere le persone senza fissa dimora e non improvvisare soluzioni di emergenza che invece di affrontare e superare i problemi creano conseguenze ancor più dannose”.