Roma, 15 settembre - "Il prevedibile andamento del PIL porta il Governo a rifare i conti in vista della legge di stabilità, e il bancomat a disposizione è ancora una volta il fondo sanitario nazionale, dal quale si prospetta un prelievo da uno a due miliardi. Un prelievo nocivo, che riduce il già precario diritto alle cure dei cittadini". Così Stefano Cecconi, responsabile Politiche della Salute della Cgil nazionale.
"Come l’anno scorso - continua Cecconi - il Governo smentisce e spaccia i nuovi tagli per minori aumenti. Ma il trucco non funziona più. Mentre milioni di italiani rinunciano a visite, esami e terapie, ostacolati da ticket e liste d'attesa inaccettabili, la sanità pubblica subisce un altro colpo".Per il dirigente sindacale "il fondo sanitario concordato pochi giorni fa da Governo e Regioni a 113 miliardi nel 2017 e a 115 miliardi nel 2018 è comunque insufficiente a coprire la pur bassa inflazione (i prezzi di beni e servizi sanitari crescono più del finanziamento), a rinnovare i contratti di lavoro e per le assunzioni di personale indispensabili per assicurare servizi essenziali. Ora - aggiunge - anche i nuovi LEA, la cui applicazione è già oggi incerta, non avranno copertura finanziaria"."I tagli al finanziamento - sottolinea Cecconi - sono per natura lineari e, lo abbiamo visto, disturbano gli sforzi per riorganizzare e migliorare i servizi, anche per uscire dai piani di rientro, e per contrastare sprechi e corruzione. Questo - conclude - è un metodo vecchio e controproducente per affrontare la crisi, che colpisce il diritto alla salute delle persone e ostacola la stessa ripresa dell’economia e dell’occupazione".Manovra: Cecconi (Cgil), sanità come bancomat, si ripete film dell’anno scorso
15 settembre 2016 • 13:16