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E' di qualche giorno fa la pubblicazione da parte dell’ISTAT dell’indagine “Aspetti della Vita Quotidiana – Cittadini e ICT 2022”.
Lo studio, che ospita annualmente il modulo armonizzato a livello europeo sull’utilizzo delle tecnologie della comunicazione dell’informazione da parte delle famiglie e degli individui, contiene indicatori che aiutano a misurare l’attuazione di una delle sei priorità per il periodo 2019-2024 della Commissione europea “Un’Europa adatta all’era digitale”.
La raccolta dei dati in esso contenuti ha inoltre l’obiettivo di facilitare il monitoraggio degli obiettivi digitali dell’Ue per il 2030 stabiliti dal programma strategico “Bussola digitale” e di quelli relativi all’Agenda 2030 Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite e per misurare il Benessere Equo e Sostenibile.
Dai dati diffusi, che prendono a riferimento il periodo compreso tra il 2020 e il 2022, quello che emerge subito con chiarezza è un crescita importante del numero di persone dai 6 anni in su che
hanno usato Internet nei tre mesi precedenti l’intervista (+7 punti percentuali, con il picco nel 2021, a conferma di quanto il periodo della pandemia abbia impresso una accelerazione senza precedenti nell’utilizzo di queste tecnologie).
Nello specifico, il tasso di diffusione di Internet tra le famiglie residenti in Italia con almeno un componente di 16-74 anni è pari al 91,4%, valore in linea con la media EU27 (92,5%).
Solo nell’ultimo anno preso a riferimento si registra un decremento di 2,7 punti percentuali, con un’incidenza maggiore per la fascia 6-10 anni, dovuto verosimilmente alla riduzione del ricorso alla didattica a distanza. Si consolida invece l’utilizzo del web per i 15-19enni.
Il report ci dice inoltre che nell’uso di Internet, che ha raggiunto livelli prossimi alla saturazione per gran parte della popolazione, si riducono i divari di genere (anche se il rapporto con le ICT risulta ancora essere significativamente diverso tra la popolazione maschile e femminile).
“Nel 2022, infatti, dichiara di accedere a Internet l’80,4% degli uomini di 6 anni e più a fronte del 74,7% delle donne. Va sottolineato però che tale divario è proprio delle fasce di età più anziane (dove la differenza supera i dieci punti percentuali a favore dei primi), mentre fino ai 59 anni le differenze di genere sono nulle e in alcuni casi arrivano a invertirsi di segno".
Il minor accesso alla rete da parte della popolazione più anziana è comunque un dato comune a entrambi i generi: si connettono ad Internet il 57,2% delle persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni (a fronte del 90% di coloro che hanno un’età compresa tra gli 11 e i 54 anni). Il dato scende ulteriormente per gli over 75 (20,9%).
Ciò è sicuramente dovuto al fatto che tra le famiglie di soli anziani soltanto una su due dispone di un accesso a Internet da casa, a fronte del 98,8% di quelle in cui è presente almeno un minore e del 93,4% di quelle senza minori ma i cui componenti non siano solo anziani.
Altro dato significativo è quello che mette in luce la presenza di divari territoriali.
Il Trentino-Alto Adige (88,9%) e la Lombardia (86,1%) sono le regioni con la percentuale più alta di famiglie connesse a Internet; all’opposto si collocano la Puglia (78,2%), la Basilicata (77,5%) e la Calabria (73,6%).
Va sottolineato, però, che in questi ultimi tre anni i divari territoriali si sono progressivamente attenuati. Infatti, se nel 2020 la distanza tra il Nord e il Mezzogiorno era di 7,5 punti percentuali, nel
2021 scende a 5,5 e nel 2022 a 4,9.
Il titolo di studio continua a essere un fattore discriminante: naviga sul web l’88,6% di chi ha un diploma superiore contro il 74,9% di chi ha conseguito la licenza media. Tra gli occupati, le differenze tra dirigenti, imprenditori e liberi professionisti da un lato e operai dall’altro, negli anni si sono gradualmente attenuate (96,0% contro 88,2%)”.
Emerge dunque ancora una volta il tema delle competenze che, come è noto, vede l’Italia collocata in fondo alla classifica europea (ancora oggi oltre la metà dei cittadini italiani non dispone neppure di competenze digitali di base, come conferma l’ultimo Rapporto DESI).
Non a caso, tra le famiglie senza Internet intervistate, 6 su 10 dichiarano di non disporne per mancanza di capacità di utilizzo (59,9%), mentre il 21,5% non considera Internet uno strumento utile e interessante.
Seguono motivazioni di ordine economico, legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari (11,9%), mentre il 7,8% non naviga in Rete da casa perché almeno un componente della famiglia accede a Internet da un altro luogo.
Per quanto riguarda gli acquisti online, se si prende a riferimento la fascia di popolazione di 14 e più, si evidenzia quanto il periodo 2020-2021 abbia visto crescere questo fenomeno (+ 6,5%, con un decremento nel 2022 di 2,1 punti percentuali).
Ad aumentare significativamente è anche l’utilizzo di servizi online legati alla Pubblica Amministrazione (il 45,4% di over 14enni ha scaricato o stampato moduli dai siti web della PA, il 40,3%, ha preso un appuntamento mediante un sito web o una app della Pubblica Amministrazione e il 27,1% ha consultato i siti web della Pubblica Amministrazione per avere informazioni su servizi, benefici, diritti, leggi, orari di apertura.)
Rilevante in questo ambito è il fatto che “La consultazione del fascicolo sanitario elettronico o della propria cartella clinica è l’attività per cui si è registrato il maggior incremento (+8,2 punti percentuali): in particolare la Provincia autonoma di Trento e il Lazio sono i territori dove si riscontrano gli incrementi più elevati, rispettivamente 18,1 e 14,9 punti percentuali”.
Nel complesso però, infine, secondo il Report a fare la parte del leone nell’uso della Rete continuano ad essere, anche nel 2022, i servizi di comunicazione. “Negli ultimi tre mesi circa 7internauti di età superiore ai 6 anni su 10 hanno usato servizi di messaggeria istantanea (68,9%), il 60,1% ha effettuato chiamate sul web e il 59,2% ha utilizzato la posta elettronica. Diffuso anche l’utilizzo della Rete per guardare video da servizi di condivisione come, ad esempio, YouTube (55,3%), ascoltare ascolta la musica sul web (45,6%) e partecipare ai social network (45,1%). Il 44,9% utilizza il web per leggere giornali informazioni e riviste online.”
Questo, in sintesi, è quanto rilevato dall’indagine.
Di seguito riportiamo il testo completo del Rapporto nel quale troverete alcune tabelle utili per ulteriori approfondimenti, anche in relazione alle specificità territoriali.