Si è svolta martedì 18 luglio la seconda riunione congiunta dell’Osservatorio nazionale antiviolenza e del Comitato tecnico scientifico.  
La ministra delle Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha introdotto l’incontro illustrando le principali novità del ddl violenza che dovrebbe essere calendarizzato al più presto alla Camera. Come già annunciato, il provvedimento, a firma dei ministri Pari opportunità, Giustizia ed Interni, rafforza l’ammonimento del Questore quale strumento di prevenzione del fenomeno della violenza maschile sulle donne, prima che si arrivi ad atti penalmente rilevanti. Inoltre, velocizza i tempi di risposta della giustizia rispetto alla richiesta di misure precautelari come il decreto di allontanamento e il divieto di avvicinamento (che viene innalzato da 300 a 500 m) con l’aumento dell’utilizzo dei braccialetti elettronici. Introduce la possibilità dell’arresto in flagranza differita entro le 48h grazie al supporto delle nuove tecnologie e il concetto di recidiva anche se la persona offesa è diversa da quella per cui è stata aperta un’indagine. Infine, modifica il Codice rosso nella parte che riguarda lo sconto di pena per gli autori di violenza. Per ottenere il beneficio non basterà più accedere a un programma di recupero, ma si potrà ottenere solo alla fine di un percorso con esito positivo.

Sul piano delle risorse per i centri antiviolenza e case rifugio (Cav e Cr), gli stanziamenti per il 2022 sono stati trasferiti a giugno alle Regioni che dovranno utilizzarle entro il 31/12/24. Il 30 ottobre ci sarà il primo monitoraggio. Per i centri per uomini autori di violenza (Cuav), si passa da 9 milioni di euro a 1 e il monitoraggio è fissato per il 30 settembre.

Per il reddito di libertà, sono stati erogati all’Inps 1 milione e 850mila euro che presumibilmente andranno a coprire le richieste inevase. 
Infine, è quasi completato il lavoro di integrazione dei database del ministero della Salute, degli Interni e della Giustizia, in modo da avere un quadro completo per gli inquirenti della situazione degli uomini violenti, delle donne vittime e di eventuali minori coinvolti.

Ora, ha spiegato Roccella, l’obiettivo è quello di procedere con la stesura delle linee guida sulla formazione per affrontare il tema della vittimizzazione secondaria delle donne a contatto con istituzioni spesso non formate sul fenomeno della violenza.

Nel dare un giudizio positivo sull’operato del Dpo per il contrasto al fenomeno, la Cgil ha espresso qualche perplessità sull’invarianza di spesa prevista dal disegno di legge. La velocizzazione delle risposte della giustizia, infatti, seppur auspicabili rischia di avere un effetto boomerang senza un rafforzamento degli organici. Pur apprezzando nel complesso il provvedimento, ci siamo riservati di dare un giudizio più compiuto in sede di audizione.

Rispetto alla formazione, la Cgil ha chiesto di attivare due binari. Se da un lato è urgente formare tutti gli operatori che, a vario titolo, entrano a contatto con le donne vittime di violenza ed eventuali minori (giudici, Ctu, medici, infermieri, forze dell’ordine, assistenti sociali ecc...) per contrastare il fenomeno della violenza istituzionale, dall’altro è centrale cominciare un piano di formazione strutturale dei docenti e degli studenti di tutti gli ordini e grado. Questo rimane l’unico progetto che, a medio a lungo termine, può contrastare un fenomeno strutturale e culturale del nostro Paese, uscendo da una logica emergenziale fallimentare, come dimostrano i dati.

Inoltre, abbiamo sottolineato l’assoluta necessità di indagare un fenomeno ancora più sommerso della violenza domestica, ovvero le molestie sul posto di lavoro. A tal fine, la Cgil ha chiesto di affidare a Istat e Cnr il rilevamento del fenomeno, con  un focus specifico sulle forze armate, anche a seguito della denuncia di alcune marinaie sugli abusi subiti dal capitano della nave Martinengo in missione nel Golfo Persico.

La ministra Roccella, nelle sue conclusioni, ha condiviso la necessità di approfondire i temi da noi proposti, a partire dal tema delle molestie. A  seguito della riunione, ha annunciato che il Comitato tecnico scientifico avrebbe dato vita ai gruppidi lavoro  per indicare le priorità del piano nazionale antiviolenza, e sicuramente il sindacato sarà parte centrale di quello sulle molestie. Come Cgil abbiamo infine ribadito la richiesta di far parte anche del gruppo di lavoro sulle linee guida della formazione, considerando il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori come parte essenziale del processo formativo.