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Lunedì scorso, 13 febbraio 2023, è stata convocata dalla Ministra Calderone la commissione centrale di coordinamento dell’attività di vigilanza prevista dall’Art. 3 del decreto Legislativo 124/2004.
La convocazione risponde a una sollecitazione che le Parti sociali avanzavano da tempo.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i risultati della vigilanza 2022 e le previsioni di intervento contenute nel documento di programmazione della vigilanza per il 2023.
Sia la Ministra che il Direttore dell’INL nei loro interventi, oltre a valorizzare il confronto e il dialogo con le parti sociali, hanno sottolineato l’esigenza di continuare a presidiare la tutela della legalità, valorizzando il ruolo delle ispezioni a presidio della sicurezza sul lavoro, impegnando INL alla crescita delle ispezioni con l’obiettivo di ridurre del 2% il tasso di lavoro sommerso.
E’ stata indicata la volontà di dare continuità alle assunzioni degli Ispettori, che, ricordiamo, sono state decise dal precedente Governo con il decreto legislativo 146/2021, in particolare su profili tecnici.
Nell’illustrare i dati 2022 è evidente quanto i problemi si concretizzino con più forza sul capitolo della salute e sicurezza, dove si rilevano le percentuali più alte d'irregolarità, sulla crescita di fenomeni di interposizione irregolare di manodopera, sui contratti a rete fittizi che determinano la crescita di Aziende come meri contenitori di manodopera.
Oltre a confermare il ruolo decisivo di INL nel Piano nazionale per il contrasto al Sommerso la Ministra ha più volte insistito sulla necessità che parte della vigilanza si concentri sulle frodi rispetto alla percezione di strumenti di sostegno al reddito, tra cui il reddito di cittadinanza, oltre a indicare il terreno della semplificazione amministrativa come necessario per dare certezza di applicazione delle regole.
Nel nostro intervento abbiamo evidenziato che occorrono, anche alla luce dei molteplici impegni dell’Istituto, ulteriori investimenti, sia in termini di risorse umane che di necessità di maggiore coordinamento fra INL INPS e Inail. L’assoluto silenzio riscontrato sul tema delle risorse, purtroppo, rischia di rendere la maggior parte degli obiettivi indicati irraggiungibili.
Infatti, in assenza di finanziamenti aggiuntivi specifici, con circa 4000 ispettori comprensivi fra tutti i soggetti deputati alle ispezioni comprese le forze dell’ordine e 1,7 mln di imprese con dipendenti non si capisce come si pensi oggettivamente di rafforzare l’attività ispettiva.
Abbiamo evidenziato che occorrerebbe non arretrare rispetto alla valorizzazione e alla centralità del ruolo assunto negli ultimi anni da INL, valorizzando il ruolo della vigilanza, e abbiamo indicato che la priorità deve rimanere quella di perseguire obiettivi strategici rispetto agli alti tassi di irregolarità che caratterizzano il nostro mercato del lavoro, sapendo che il tema salute e sicurezza non è solo un tema di sviluppo della cultura fra lavoratori e imprese ma è soprattutto legato all’incremento dello sfruttamento del lavoro, alla crescita dei fenomeni di esternalizzazione e frammentazione dei cicli produttivi che scaricano sui lavoratori le contraddizioni di un modello di sviluppo che svalorizza e penalizza il lavoro.
Il fatto che né la Ministra ne il Direttore dell’INL, nonostante numerose uscite giornalistiche testimonino di una approfondita discussione in seno al Ministero, abbiano in alcun modo fatto cenno alla volontà di riportare INL al Ministero del Lavoro, arretrando quindi rispetto alla costituzione della Agenzia, pur con i problemi che si sono determinati, la dice lunga rispetto alla reale volontà di confronto.
Abbiamo segnalato che i risultati importanti illustrati devono trovare capacità nei territori di sviluppare azioni coordinate anche con il coinvolgimento delle parti sociali; abbiamo indicato la necessità di rapportarsi anche con la Conferenza Stato Regioni, in ragione del ruolo decisivo che su molte di queste materie svolgono le ASL.
Abbiamo infine ribadito che il confronto con il Sindacato non può certo esaurirsi con lo scambio o l’illustrazione di dati e impegni ma deve determinare avanzamenti, strumenti condivisi, reale coinvolgimento.
Nei prossimi giorni valuteremo anche con Cisl e Uil di inviare alla Commissione un contributo più strutturato.
Per quanto riguarda il Documento di programmazione per il 2023 riportiamo alcune prime brevi considerazioni e sottolineature, rimandando anche in questo caso a successivi eventuali approfondimenti anche a seguito di incontri specifici che riterremo opportuno fare.
Il documento risente come negli ultimi anni delle incertezze legate alla costituzione di INL in particolare per gli scarsi riferimenti al coordinamento dei diversi soggetti che sono titolari di attività ispettive, fatta eccezione per il Nucleo Lavoro dei Carabinieri.
Sulle attività nelle scuole, per la promozione e la diffusione delle tematiche sulla salute e sicurezza, sarebbe utile un raccordo con le Organizzazioni Sindacali e le Rappresentanze Datoriali nell'ottica di un'azione di orientamento largo sui temi del lavoro.
Sul punto specifico dei PCTO, in attesa delle modifiche normative prospettate, occorre agire in termini proattivi con concreti e visibili interventi nei confronti dei soggetti ospitanti attraverso anche la definizione di verifiche preventive.
Analogo ragionamento occorre fare per i tirocini extra curriculari, per i quali il punto non è riferibile al solo ambito di salute e sicurezza ma alla genuinità nel ricorso a tale azione formativa: in questo quadro non si cita il fondamentale raccordo preventivo con i Centri per l'Impiego.
Si condividono invece gli elementi oggetto di analisi quali la verifica sull'accreditamento degli enti promotori, della sussistenza dei presupposti per l'attivazione del tirocinio, della genuina natura formativa del rapporto e della corretta applicazione della normativa sull'indennità di partecipazione.
E' evidente che l'insieme di tali elementi, nell'ottica del contrasto agli abusi e per ricondurre il tirocinio all'azione formativa, devono essere valutati sul campo e non solo attraverso la valutazione degli aspetti formali desumibili dalla documentazione.
Sulla vigilanza d'iniziativa, oltre a salute e sicurezza, andrebbero implementati i settori oggetto di specifica attenzione.
Analogamente sul punto del lavoro sommerso. Nella collaborazione con le Istituzioni occorre definire delle specifiche campagne d'intervento anche nell'ottica della sensibilizzazione alla legalità e al corretto rispetto di leggi e contratti.
Occorre dare evidenza di un’azione di contrasto al lavoro sommerso che coniughi l'azione ispettiva con la vigilanza istituzionale, delle imprese e dei cittadini più in generale. In questo quadro è di fondamentale importanza il rapporto con il territorio anche in considerazione, come evidenziato dai rapporti sull'economia non osservata, delle modalità con le quali avviene lo "scambio" che sono riferite alle modalità d'incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro.
Sulle esternalizzazioni occorre investire sulla "trasparenza delle filiere" con specifico riferimento ai settori privati. Norme sugli appalti e responsabilità in solido e congruità nei settore dei contratti pubblici costituiscono un elemento oggettivo, anche se non esaustivo, di condizionamento delle attività illecite. Anche qua occorre rafforzare il coinvolgimento degli attori territoriali per la stessa vigilanza che può essere assicurata in alcuni specifici settori.
Sul caporalato è fondamentale un raccordo sistematico con la dimensione territoriale anche nell'ottica di rafforzare il ruolo dei soggetti pubblici e dei soggetti accreditati nella intermediazione dei rapporti di lavoro.
Sulla diversa qualificazione dei rapporti di lavoro occorre porre una particolare attenzione oltre ai settori evidenziati anche agli ambiti dello spettacolo e dello sport che seppure regolati da specifiche discipline con la introduzione per quest’ultimo di una presunzione di tipo qualificatorio, vanno sempre osservati in relazione alla modalità di resa della prestazione lavorativa.
Sul punto dei nuovi lavori e delle piattaforme digitali le azioni di contrasto alle discriminazioni connesse al funzionamento degli algoritmi devono concentrarsi maggiormente laddove sussistono rapporti non di natura subordinata.
Inoltre occorre valutare attentamente - per tali ambiti di attività - in quali luoghi e modi esercitare l'attività ispettiva e di vigilanza per la natura ibrida di tali soggetti.
Anche su questo punto occorre ragionare su azioni preventive e non limitate alla singola modalità di resa della prestazione lavorativa ma alle azioni di sistema tali da assumere carattere massivo.