L’area delle politiche europee e internazionali della CGIL ha organizzato, nel pomeriggio del 28 marzo 2023, un incontro con Khaing Zar Aung (slide), Presidente della Federazione dei lavoratori metalmeccanici della Birmania – IWFM – e tesoriera della Confederazione dei sindacati della Birmania – CTUM. Presente all’incontro, la Segretaria Generale dell'associazione Italia-Birmania Insieme, Cecilia Brighi.

Khaing Zar è stata ospite internazionale del XIX Congresso della CGIL e ha partecipato attivamente all’evento di presentazione della rete internazionale antifascista che ha preceduto l’apertura dei lavori congressuali. 
Sindacalista attualmente in esilio in Germania, Khaing Zar Aung ha tracciato le tappe fondamentali della sua vita lavorativa. Entrata nel mondo del lavoro nel 2000 come operaia presso la fabbrica tessile all’età di 16 anni, ha conosciuto la durezza delle condizioni di vita e di lavoro: lunghe ore di lavoro,  una sola giornata di riposo non sempre garantita, nessuna protezione sociale e un miserrimo salario di 10$ al mese. E’ stata testimone dello sfruttamento del lavoro minorile,  delle molestie sessuali e dell’assenza imposta di un sindacato che potesse aiutare le lavoratrici ad opporsi all’oppressione del regime militare. Emigrata in Tailandia in cerca di una vita migliore, entra nella Federazione dei sindacati birmani clandestini - FTUB, impegnandosi a sconfiggere la dittatura militare. Rientra in Birmania nel 2012, quando viene avviata la transizione democratica durante la quale organizza il sindacato nelle zone industriali, conseguendo diritti inimmaginabili per i lavoratori e le lavoratrici nella precedente dittatura. Ma la transizione democratica si arresta con l’illegittimo colpo di stato dei militari nel 2021, quando nei confronti di Khaing Zar e dell’intera dirigenza sindacale, viene emesso un mandato di arresto e vengono cancellati i passaporti. 

Da allora la giunta ha gettato il Paese nel caos. Nel tentativo di controllare l’opposizione della popolazione ha esercitato una repressione feroce. Sono oltre 50 i sindacalisti uccisi, 19.000 i dissidenti arrestati e 30.000 i civili uccisi, di cui 292 bambini. Sono 2.000.000 i rifugiati interni e 25.000.000 i birmani al di sotto della soglia di povertà. 

Dopo aver evidenziato gli interessi strategici ed economici per il Paese da parte degli attori esterni – Cina, India e Russia - Khaing Zar ha rivolto un accorato appello affinché i sindacati di tutto il mondo e la comunità internazionale si adoperino per sconfiggere la dittatura della giunta militare genocida, per il riconoscimento ufficiale del Governo di Unità Nazionale, per un sostegno finanziario alle organizzazioni democratiche e sindacali e il ritorno della democrazia nel paese.  
Per raggiungere questo obiettivo, ha invitato a impegnarsi per bloccare i flussi finanziari verso la giunta militare tramite l’arrivo di risorse economiche, di armi provenienti principalmente da Cina, Russia e Israele, ad adottare sanzioni economiche generalizzate, per bloccare le tre principali banche birmane, a sospendere le norme che agevolano la importazione di prodotti birmani in Europa, e a chiedere ai brand della Moda (tra cui OVS, Love Moschino, Liu Jo, Twinset Calliope, Piombo, H&M, zara, Adidas) di lasciare responsabilmente il paese, così pure le imprese multinazionali che continuano a fare affari con il regime militare responsabile del colpo di Stato.