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Dopo 2 anni di intensa collaborazione una conferenza europea ha concluso il 19 maggio 2022 a Bruxelles il progetto finanziato dalla Commissione europea “MoDemo – More
democracy, not discrimination and racism at the workplace”. → L'approfondimento su Collettiva.it
Il progetto, promosso dal sindacato tedesco DGB ha voluto analizzare in modo comparato messaggi e strategie di soggetti appartenenti all’estrema destra - partiti politici, sindacati, gruppi organizzati - rispetto a tematiche legate al mondo del lavoro a livello nazionale e all’interno dei luoghi di lavoro in sei paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Ungheria.
Lo studio scientifico è stato elaborato dall’Università di Kassel con interviste semi-strutturate a lavoratori e loro rappresentanti, sostenuto dalla raccolta di materiali e documenti prodotti nei diversi paesi e relative realtà locali nel periodo 2010-2020 e completato dalle risposte messe in campo dalle principali organizzazioni sindacali negli stessi paesi. Nello specifico, i sindacati coinvolti sono stati CSC per il Belgio, CGT per la Francia, Dgb per la Germania, Cgil per l’Italia, Opzz per la Polonia e Maszsz per l’Ungheria.
Le restrizioni alla mobilità dovute alla diffusione del virus da Covid19 hanno sensibilmente intralciato il previsto svolgimento delle attività di ricerca, soprattutto per la parte relativa alle interviste ai protagonisti degli studi di caso. Azioni mitigatrici in questo senso, attraverso l’utilizzo degli strumenti tecnologici di comunicazione a distanza hanno reso possibile la realizzazione della ricerca ed il conseguimento di tutti gli obiettivi previsti dall’azione progettuale.
Lo scambio di esperienze, pratiche e di idee tra i partecipanti al progetto è stato molto vivace e puntuale. In tutti i paesi le dinamiche relative alle modalità di comunicazione e di comportamento dell’estrema destra si sono dimostrate molto simili: utilizzo dell’identità nazionale per dividere le persone, quasi sempre contro obiettivi vulnerabili, come i migranti, gruppi ritenuti diversi o minoritari; la banalizzazione di argomenti complessi come quelli scientifici (vedi vaccini e pandemia) o legati alla trasformazione ambientale e digitale (es. cospirazioni elitarie); lo sfruttamento delle insicurezze e dei timori delle persone di fronte ad una realtà in costante e rapido cambiamento. Si dimostra sempre più impellente e necessaria una risposta forte, comune ed europea che metta in luce i valori e le azioni
portate avanti dal movimento sindacale, i risultati raggiunti e quelli potenziali sia in autonomia che in collaborazione con le controparti e le istituzioni.
Un ruolo centrale viene affidato alla formazione sindacale, politica, civica. Per la Cgil è stata cruciale la collaborazione con la Fiom, che ha segnalato l’esperienza realizzata a Bologna e, in particolare, in Automobili Lamborghini con l’introduzione di una formazione obbligatoria di 4 ore sulla Costituzione italiana e la possibilità di invitare alle assemblee dei lavoratori oratori diversi, in grado di attualizzare i contenuti messi all’ordine del giorno insieme ai lavoratori. Questa esperienza è unica nel panorama italiano ed europeo ed ha avviato una serie di riflessioni anche all’interno della nostra organizzazione per la sua possibile estensione ad altre realtà.
Oltre al succitato rapporto di studio comparato, il partenariato di progetto ha poi presentato il suo documento finale che raccoglie le strategie sindacali delle organizzazioni partecipanti, teso ad avviare azioni future per contenere e contrastare la presenza dell’estrema destra nei luoghi di lavoro partendo dal contesto analizzato dalla ricerca scientifica e provando a porre obiettivi da raggiungere, corredati da strategie per la loro realizzazione.
Un ulteriore risultato di progetto è il documento di indirizzo politico diretto alle istituzioni e alle parti sociali europee, a complemento della tabella di marcia promossa dalla Ces a giugno 2021 per la “Costruzione della risposta sindacale all’estrema destra”.