Roma, 14 luglio - L’analisi elaborata dall’Osservatorio sulla Previdenza della Cgil e della Fondazione Di Vittorio sui costi della pensione anticipata con 41 anni di contribuzione prevedono un costo massimo nel 2022 pari a 1mld 242 milioni che diminuisce negli anni successivi (nel 2023 pari a 1mld 292 mln di euro, nel 2024 pari a 1mld 115 mln di euro, nel 2025 pari a 975 mln di euro, nel 2026 pari a 851 mln di euro).
“L’analisi - spiega Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale - stima i costi dell’accesso al pensionamento con 41 anni di contribuzione a partire dal 1 gennaio 2022, tenendo conto solo di quelli derivanti della quota retributiva, unica componente che può essere considerata come un costo aggiuntivo, visto che la parte contributiva sarebbe solo un’anticipazione di spesa”.
Nell’analisi viene stimato il costo di tale intervento tenendo anche conto dell’esperienza di ‘Quota 100’ che ha ampiamente dimostrato che, in un sistema misto, non tutti coloro che possono accedere al pensionamento anticipato decidono effettivamente di utilizzare questa possibilità. E questo avverrà in misura sempre maggiore nei prossimi anni essendo il sistema contributivo molto più incentivante alla permanenza al lavoro.
“Dobbiamo ragionare su dati di spesa più realistici - sostiene Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil nazionale - considerando che negli ultimi anni le previsioni di altre misure previdenziali, come la norma sugli usuranti, le salvaguardie, opzione donna, Ape e precoci e da ultimo Quota 100, hanno sempre fatto registrare un livello di spesa notevolmente inferiore a quello preventivato”. Per il dirigente sindacale “occorre prendere atto della rilevante novità, ormai siamo in un sistema prevalentemente contributivo e pertanto ogni anticipazione dell’età di uscita determina costi effettivi sempre minori”. “Se si affronta la questione previdenziale in questo modo si comprenderà anche la sostenibilità delle proposte sindacali per una riforma complessiva della previdenza basata sulla flessibilità in uscita, tema che ci auguriamo - conclude Ghiselli - di poter trattare con il Governo quando si deciderà di avviare finalmente il confronto con noi”.
→ Scarica l’analisi dell’Osservatorio sulla Previdenza della Cgil e della Fondazione Di Vittorio