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Roma, 13 settembre – “I dati diffusi quest’oggi dall’Inps su ‘Quota 100’ dimostrano che le analisi dell’Osservatorio Previdenza della Cgil e della Fondazione di Vittorio erano esatte: questa misura è stata usata da poco più di un terzo della platea prevista. Chiediamo che i risparmi siano utilizzati nella previdenza, che dovrà essere una delle priorità del Governo anche in vista del termine di questo strumento”. Lo afferma, in una nota, il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli.
“Secondo quanto rilevato dall’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, al 31 agosto 20121 sono state accolte 341.128 domande di ‘Quota 100’, e secondo l’analisi della Cgil – osserva Ezio Cigna, responsabile delle Politiche previdenziali della Cgil – saranno 384mila fino alla fine dell’anno. Un numero decisamente inferiore alle previsioni contenute nella relazione di accompagnamento alla legge (973mila), determinando un avanzo importante di risorse”. “Nel 2021, anche analizzando il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita e la proroga di Opzione donna – prosegue Cigna – non verranno utilizzati 2 mld 411 mln che, se sommati alla minor spesa del 2019 e del 2020, raggiungono un totale di 6 mld 468 mln”.
Infine, il segretario confederale Roberto Ghiselli torna a ricordare le proposte avanzate dalla Confederazione: “L’attuale sistema deve essere superato prevedendo una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni, o con 41 anni di contributi, riconoscendo la diversa gravosità dei lavori, il lavoro di cura e delle donne. Occorre inoltre, introdurre una pensione contributiva di garanzia per i lavori poveri o discontinui e per i più giovani”. “Il Governo non ha ancora avviato il confronto con il sindacato, disattendendo gli impegni presi. Il tempo stringe e la situazione sta diventando sempre più insostenibile. Ci auguriamo – conclude Ghiselli – che la convocazione e le relative risposte arrivino al più presto, diversamente sosterremo le nostre richieste con la mobilitazione”.
→ l’analisi Cgil e FdV