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Roma, 23 novembre - "Con il giudizio di incostituzionalità relativa all’art. 177 del Codice appalti, che imponeva l’affidamento obbligatorio dell’80% dei servizi gestiti in regime di concessione, si afferma il principio di responsabilità delle aziende nella gestione della propria organizzazione del lavoro e si mettono al riparo decine di migliaia di lavoratori dal rischio di licenziamento. È la vittoria del diritto e del buon senso". Così il segretario confederale della CGIL Emilio Miceli commenta la sentenza n. 218 della Corte Costituzionale, depositata oggi.
"In questi anni - sottolinea - il sindacato confederale si è battuto con grande forza e determinazione per cancellare una norma di legge odiosa e irrazionale che avrebbe sconvolto il lavoro delle aziende e abbassato la qualità dei servizi". Miceli sostiene poi che "con questo giudizio, limpido, della Corte arriva un messaggio a quanti stanno lavorando al ddl concorrenza. Nella filosofia che sorregge il dibattito e il testo del provvedimento, c'è il tentativo di obbligare la pubblica amministrazione a rinunciare alla gestione di servizi per metterli a servizio del mercato". Per il dirigente sindacale "non si tratta solo di puro e irrazionale 'mercatismo', ma di sfiducia nell’azione del sistema pubblico per quanto riguarda il governo di asset e infrastrutture strategiche come i porti, o di servizi storicamente gestiti dagli Enti locali".
"Ovviamente - conclude Miceli - chiediamo al Governo di aprire un confronto preventivo, perché anche in questo caso sono in discussione aspetti rilevanti dell’infrastruttura del Paese e dei suoi servizi".